In precedenza bombe a scuole e municipio
Nella notte tra il 2 e il 3 giugno un potente ordigno esplose a Vittorio Veneto: posizionato tra il liceo Flaminio e la scuola media Cosmo, mandò in frantumi tutte le vetrate dell’edificio senza provocare danni a persone. Gli investigatori si concentrarono sulla pista anarchica. L’attentato, infatti, si era verificato dopo l’Adunata nazionale degli alpini a Trento (dove gli anarchici avevano fatto ampiamente parlare di sé, tra occupazioni e sabotaggi) e prima del Raduno triveneto proprio a Vittorio Veneto.
La città era già finita nel mirino dei “bombaroli” dodici anni fa con alcune molotov ai seggi.
Nella notte tra il 22 e 23 novembre 2016, intorno all’una, quattro bombe molotov furono lanciate contro la facciata esterna del municipio in piazza del Popolo. Tre ordigni erano esplosi e avevano annerito le pareti esterne, una quarta bomba era rimasta intatta. Pochi giorni dopo, tra il 25 e il 26 novembre, una bomba deflagrò in via Carducci, fortunatamente si trattava di un ordigno a basso potenziale.
Le indagini della Digos partirono subito ma non hanno ancora portato all’identificazione dei responsabili. In Procura resta aperto un fascicolo per danneggiamento. Le rivendicazioni arrivate non sono mai state ritenute attendibili. La pista anarchica era stata evocata dopo aver considerato la vicinanza temporale con i fatti di Trento e con l’arrivo delle Penne Nere a Vittorio Veneto, nonché con la festa della Repubblica. —
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