il wafer di Crich arriva fino in Cina

Hanno sfondato il tetto dei cento milioni di euro di ricavi (102,5) con un’annata da record per crescita: +33,8%. E non hanno intenzione di fermarsi: quest’anno la produzione di biscotti e wafer toccherà le 50 mila tonnellate (è il peso, tanto per fare un paragone, di quanto verrà recuperato dal relitto della Costa Concordia). Alla Crich di Zenson di Piave non hanno segreti strani: basta fare cose buone, farne tantissime, venderle in tutto il mondo. Lapalissiano, vero? «Con i nuovi investimenti saremo un modello di efficienza e di tecnologia, con bassi costi di produzione e una grande attenzione al risparmio energetico», spiega Bruno Rossetto, amministratore delegato della Nuova Industria Biscotti Crich Spa.
«Investimenti» è la parola chiave: nel raccontare la propria azienda, Rossetto la usa una decina di volte. «Stiamo montando una linea per la produzione di wafer tre le più grandi d’Italia, produrrà 900 chilogrammi l’ora, un raddoppio netto rispetto la linea da 450 chili l’ora costruita nel 1987, affiancata poi da un’altra da 600 chili. Nel 2016, poi, investiremo su una nuova linea produttiva per biscotti».
Dolce e salato, due binari che guidano una crescita impetuosa. «Nel comparto dei craker siamo già i secondi in Italia per produzione dopo Mulino Bianco», dice Rossetto, che con la sua famiglia ha rilevato Crich nel 2002. Oltre alla sede amministrativa e produttiva di Zenson, che dà lavoro a 160 persone, il gruppo ha anche uno stabilimento a Martignacco, in provincia di Udine, dove nel 2008 ha rilevato la Quality Food Group (240 dipendenti), che oltre a prodotti a marchio Delser lavora per le . private label della grande distribuzione organizzata.
I prodotti della Crich arrivano persino sotto la Grande Muraglia: «Siamo partiti da Hong Kong», racconta Rossetto, «e oggi in Cina abbiamo tre distributori. Ormai lì c’è una classe media con forte potere d’acquisto, vuole prodotti di qualità: anche nel settore alimentare il made in Italy è una chiave di successo: è riconosciuto, ricercato».
L’export pesa per circa il 40% del volume d’affari del gruppo di Zenson: Francia e Olanda sono i mercati trainanti, Polonia e Ungheria quelli con il passo di crescita più deciso negli ultimi mesi. «Facciamo packaging diversificati a seconda dei mercati di destinazione: all’estero, per esempio, vanno molto più le mono-porzioni, piacciono i biscotti allineati, non nel classico sacchetto da 400 o 700 grammi come in Italia. Noi ci adattiamo alle esigenze più svariate».
Nonostante l’internazionalizzazione dei mercati sia ormai “spinta” e destinata a crescere ancora, Crich ci tiene a sottolineare che la produzione rimane per intero italiana «per scelta e per orgoglio. Sono italiani anche i produttori dei nostri macchinari, di Verona: ci usano come “vetrina” per i propri clienti, li portano in azienda da noi per vedere i risultati», racconta Rossetto. E un po’ di orgoglio sta anche nel dare lavoro a tante famiglie della zona: di questi tempi, una medaglia non da poco.
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