Il vino di Noè arriva sul Piave Raboso piantato sull’Ararat

VAZZOLA. Il vino di Noè sulle sponde del Piave. Novecento barbatelle di Arenì, un vino armeno, sono state piantumate accanto ai filari di Raboso della Cantina Sociale di Tezze, nell’ottica del...

VAZZOLA. Il vino di Noè sulle sponde del Piave. Novecento barbatelle di Arenì, un vino armeno, sono state piantumate accanto ai filari di Raboso della Cantina Sociale di Tezze, nell’ottica del progetto “Treviso per l’Armenia” promosso dalla Provincia. C’era anche il presidente Muraro a interrare le viti più antiche del mondo: sul monte Ararat, dove la leggenda narra si sia arenata l’arca di Noè, le prime coltivazioni di Arenì risalgono a seimila anni fa. E da lì arrivano le barbatelle di cui si prenderanno cura, oltre alla Cantina di Tezze, anche gli studenti della scuola enologica “Cerletti” di Conegliano. Il sindaco della città del Cima, Floriano Zambon, plaude all’iniziativa: «La collaborazione con l’Armenia dura dal 2007. La loro cultura del vino è ancestrale, anche se un po’ in crisi negli ultimi anni, questo progetto aiuterà a rilanciarla». Mentre le viti di Noè mettono radici a Vazzola, sul monte Ararat hanno già piantato un vigneto di Raboso. «Anche questo significa fare promozione» ha commentato Muraro «e nonostante la crisi, aiuterà il nostro turismo, che continua a mostrare dati positivi: i prodotti enogastronomici sono una calamita per qualsiasi visitatore». Non solo turismo e scambi culturali: la collaborazione con l’Armenia mira al profitto economico. Lo spiega Mario Bergamo, referente del progetto: «L’Armenia è la porta per il grande mercato russo, dove potremmo entrare come partners privilegiati». Non si sa come reagiranno le 900 barbatelle di Arenì al clima. Lo stesso vale per il Raboso in “trasferta” in terra armena.(a.d.p.)

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