Il sacerdote: «Giustizia per Francesco»

MONTEBELLUNA. Grande commozione, ieri mattina, per l’ultimo saluto a Francesco Pugliese, il 32enne morto sui sedili del Cup dell’ospedale. Sotto la pioggia battente il parroco, don Antonio Genovese ha accolto in Duomo il feretro del trentaduenne. «Adesso aspettiamo la giustizia terrena», ha detto il parroco prima dell’omelia. La stessa giustizia, dopo le denuncia di omicidio colposo contro ignoti che la mamma Marianna e il fratello Eugenio hanno chiesto fin dal primo momento. «Come potevamo aiutarlo ?- si chiede don Antonio- A volte si prendono strade che portano nell’oscurità». Quel tunnel buio della droga, Francesco, lo aveva attraversato senza però purtroppo trovare una via d’uscita. Aveva tentato per tre mesi a trasferirsi nella Piccola Comunità di Conegliano. E ieri mattina anche i compagni con i quali viveva nella struttura hanno preso parte alla cerimonia funebre. Poi la voglia di uscire e andare via. Nella notte tra il 3 e 4 ottobre il giovane si era recato al pronto soccorso del San Giacomo. Si era procurato delle ferite ad una mano e a un ginocchio dopo una caduta dalla bicicletta. Ma ai medici avrebbe confidato di aver fatto uso di stupefacenti: un mix di metadone e morfina. «È importante che venga fatta chiarezza» ha sempre ripetuto il fratello di Francesco dal giorno della morte di Francesco. «Ci stringiamo alla famiglia cercando di aiutarla a superare questo momento di dolore immenso per la perdita del loro amato Francesco» ha sottolineato il parroco durante l’omelia. Intanto continuano le indagini e l’inchiesta aperta dalla Procura per chiarire le cause della morte del trentaduenne. Dopo la richiesta di essere visitato pare che il giovane si fosse spostato dalla sala d’attesa del pronto soccorso verso l’atrio del centro unico prenotazioni dell’ospedale. Li si era messo a dormire ed era stato trovato verso le 6 del mattino di sabato da alcuni infermieri che avevano provato a rianimarlo. Sfortunatamente nonostante tutti i tentativi dei soccorritori il cuore del trentaduenne aveva smesso di battere per sempre. Ora bisognerà capire cosa sia successo dal momento del suo arrivo in ospedale, circa all’una della notte, fino alle 6 del mattino di sabato quando è stato trovato morto.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso