Il pittore Guarienti in mostra, per debiti

TREVISO. Ha esposto in mezza Italia, tra castelli e sale d’arte prestigiose, eppure una delle sue ultime personali sarà nella sala del tribunale di Treviso dove da domani Carlo Guarienti vedrà allestita una particolarissima “mostra”, quella di 73 sue opere pignorate.
La storia di uno dei più noti e significativi artisti trevigiani del Novecento ancor prima di finire nelle antologie d’arte è infatti arrivata sul tavolo della sezione fallimentare del palazzo di giustizia. A costringere gli ufficiali giudiziari al pignoramento di una lunga serie di opere dell’artista nato a Treviso nel 1923, e membro di una ben nota famiglia nobile veronese, sono stati i conti da pagare, i debiti con le fonderie e fornitori di materie prime, i sospesi mai saldati negli ultimi anni della sua carriera artistica.
Chi ha buona memoria si ricorderà quanto avvenuto l’aprile scorso, caso vuole proprio nei corridoi del museo civico trevigiano Bailo dove Guarienti (oggi residente a Roma) era ospitato con una mostra a lui dedicata dal titolo “La scultura, la pittura e la memoria”.
«Noto in tutto il mondo e vincitore di importanti riconoscimenti, oggi torna a Treviso accanto ai grandi della nostra storia artistica» citava la locandina che accostava Guarienti a Rossi, Martini, Ciardi sottolineando poi la varietà dal suo prodotto artistico che spaziava dalle tele alle sculture, all’arredamento. Un’attività che lo aveva portato alla ribalta pubblica sia in Italia che all’estero con partecipazioni alla Biennale, ad esposizioni a Londra, Roma, Verona, Milano.
Tra quanti andarono ad ammirare le opere arrivarono anche gli ufficiali giudiziari che uno ad uno iniziarono a segnare le opere da pignorare. Pare che a inviarli fosse stata la denuncia di uno dei principali creditori, una fonderia toscana. La brutta figura fu plateale, il mondo dell’arte chiacchierò velenoso per settimane, poi Guarienti, le sue opere e i suoi debiti vennero passati sotto silenzio, e la mostra chiusa senza troppi clamori. Caso chiuso? Macchè. Per il medico dedicatosi all’arte dal 1949 era solo l’inizio. Nei giorni scorsi il tribunale fallimentare ha infatti deciso di mettere all’asta 73 opere d’arte di Carlo Guarienti (di Canossa) per un valore approssimativo di oltre 250 mila euro.
L’elenco è lungo, e lunga sarà anche la “personale” organizzata per piazzare le sue opere al miglior offerente. Si inizia, come detto, domani, e si proseguirà fino ai primi di dicembre. Da qualche giorno le foto e le specifiche delle opere stanno circolando nei siti d’arte specializzati, e in quelli specializzati in fallimenti. Ci sono tecniche miste che variano dai 1500 ai 20 mila euro a base d’asta. Oli su tela, sculture in bronzo e qualche pezzo in ceramica, autoritratti e opere che ricordano più «i temi metaforici tipici della produzione dei suoi ultimi anni» come venne descritta da uno dei critici che ne curò alcune esposizioni.
Perfino Goldin espose una delle sue opere nel percorso di rilettura del Novecento fatto al museo civico trevigiano un Novecento non privo anche d’intoppi economici .
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