Il parroco: «Basta patente a chi uccide»
Ottocento ai funerali di Zandonà, dal pulpito don Adriano: ubriachi, arma letale al volante

I funerali in duomo di Davide Zandonà
CASTELFRANCO.
Folla ieri pomeriggio nel duomo per i funerali di Davide Zandonà, il quarantaduenne morto venerdì scorso investito da un ubriaco. «Eri generoso e altruista», l'ha ricordato affettuosamente la zia Elia. «Una morte figlia dell'eccesso», ha detto invece il parroco don Adriano Cevolotto. Davide ha donato le cornee, l'ultimo gesto di un uomo dal cuore d'oro.
Alla cerimonia svoltasti ieri pomeriggio in duomo ha partecipato l'intera città, ottocento e più persone a dare l'ultimo saluto a Davide. Era l'anima della piazza, chiacchierone e generoso con tutti, sempre disponibile a donare il suo sorriso agli altri. «Era un figlio per tutte le famiglie del quartiere, un fratello di tutti - lo ha ricordato il parroco don Adriano Cevolotto - Tutti gli volevano bene e si prendevano cura di lui. La sua vita si è conclusa sulla strada. Una fine tragica e assurda. Una morte vigliacca perché arrivata alle spalle. Una morte figlia dell'eccesso. Ci scandalizziamo di questi comportamenti, ma non li combattiamo fino in fondo. Sono diventati costumi comuni. Dopo quanti ritiri della patente è impedito a qualcuno di diventare un'arma letale? Purtroppo continua a crescere una cultura del divertimento smodato fin dalla gioventù. Non basta indignarsi. Dobbiamo far tesoro della vita di Davide e anche della sua morte affinché episodi del genere non si ripetano più». Zandonà è morto venerdì sera in via Muson tra Godego e Vallà. E' stato investito mentre era in sella alla sua bici. Al volante dell'auto c'era Riccardo Bonaldo, 44 anni, imbianchino di Godego. Nel sangue aveva un tasso alcolico di 2,54 g/l, 5 volte il limite massimo consentito dalla legge. Dopo aver investito Zandonà è scappato a casa. Ora si trova ai domiciliari. Il pm Iuri De Biasi ha affidato una consulenza per chiarire la dinamica dello scontro. Parole affettuose per Davide sono state lette in chiusura di cerimonia dalla zia Elia. «La vita non è stata sempre generosa con te. Tu eri generoso con tutti. Annunciavi il tuo arrivo a casa con un colpo di clacson della tua 500 o con una scampanellata quando eri in bici. Eri un figlio amato. I tuoi occhi grandi li hai donati perché portino la vita a qualcun altro». Commosso il ricordo di un'amica. «E' successo tutto troppo in fretta - ha detto in lacrime - resterai sempre nel mio cuore, eri una delle persone più buone al mondo». Davide è stato sepolto nel cimitero di Loria dove riposa anche il padre Luigi deceduto nel 2001. Viveva con la madre Leda Zardo, 68 anni, in via Monte Piana. La madre era al suo fianco al momento dell'incidente. Anche lei era in bici ed è stata urtata dall'auto pirata. Ha riportato solo leggere lesioni. E' ancora traumatizzata per quanto è successo e non è riuscita a partecipare ai funerali.
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