Il miracolo di Garmont dal concordato al boom

VEDELAGO. Dal concordato a un fatturato da 12 milioni di euro in poco meno di due anni. Accade alla Garmont International srl, marchio storico dello sportsystem con le sue calzature tecniche outdoor che chiude il bilancio 2015 con un fatturato in crescita del 40 per cento rispetto all'anno precedente. Fondata nel 1964, nel 2014 a un passo dal fallimento venne rilevata da Pierangelo Bressan, prima attraverso un contratto d'affitto, poi venne siglata la vendita. Il tutto grazie alla partecipazione di Veneto Sviluppo spa, la finanziaria regionale che ha investito 1,5 milioni di euro in Garmont, acquisendone il 30 per cento del capitale, diventando il partner ideale per il rilancio del marchio.
I risultati stanno superando le attese calate nero su bianco sul piano industriale 2015-2017, anno in cui Garmont dovrebbe superare abbondantemente i 17 milioni di fatturato. Ma già questo 2016 dovrebbe chiudersi a +20 per cento. I tempi bui sembrano oramai alle spalle: nel 2015 è stata inaugurata una nuova sede, siglate partnership importanti, gli ordinativi all'estero hanno garantito più dell'85% del fatturato. Inoltre dopo avere ottenuto l'idonea certificazione, Garmont ha iniziato a fornire anche l'esercito americano: si tratta degli stivali "Tactical", pensati per i militari appunto. «È stata una scommessa, che ha richiesto rischio e coraggio», spiega il presidente di Garmont, Pierangelo Bressan, «non sono uno scarper ma ritengo che la capacità di un imprenditore stia nello scegliere le persone più adatte per portare avanti il proprio business. Io ho agito così», conclude presentando il direttore operativo Marco Sancandi, che si occupa del rilancio del marchio. In poco più di un anno sono stati perfezionati e intensificati i volumi di export: oggi Garmont è presente in tutta Europa, può contare su una presenza radicata in 35 Paesi tra cui Cina, Giappone, Usa e Australia. «Tra le sfide che Garmont si è prefissata per quest'anno ci sono l'intensificazione della presenza in Spagna, abbiamo da poco siglato il contratto con un nuovo, importante distributore». L'Ebitda è passato dai 622 mila euro del 2014 a 1,278 milioni di euro, con un aumento del 105%. L'utile netto nel 2015 tocca quota 629 mila euro, dai 260 dell'anno precedente, +142%.
Risultati eccezionali che non sarebbero stati possibili senza l'iniezione di capitale di Veneto Sviluppo, nell'ambito del progetto di "re-start industriale", per il quale sono stati messi a disposizione 35 milioni di euro, a cui la finanziaria regionale partecipa attraverso il proprio fondo di capitale di rischio, in un'ottica di partnership finalizzata al riassetto societario, al rilancio e al nuovo posizionamento del brand e della produzione.
Sarebbero stati identificati almeno un centinaio di casi in Veneto simili a Garmont, su cui la finanziaria sta valutando di intervenire. «Noi continuiamo», ha commentato Massimo Tussardi, presidente di Veneto Sviluppo, «a credere nella mission di difesa, mantenimento e rilancio di quel know how veneto che non è solo business ma anche salvaguardia di occupazione, investimenti in ricerca e crescita tecnologica». La permanenza di Veneto Sviluppo nel capitale Garmont è prevista in 5 anni più eventualmente altri due. «L'obiettivo», conclude Tussardi, «è remunerare il capitale di rischio in maniera adeguata, creando un effetto virtuoso a livello di tessuto economico».
Serena Gasparoni
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