Il giallo della pistola murata in casa a Volpago: si cerca di capire chi l’ha nascosta

«Portata alla luce per caso, ma era ancora funzionante». Usata in una delle due guerre o c’è la pista del terrorismo?
Poloni Volpago Franco Silvestrini indica dove ha trovato una pistola
Poloni Volpago Franco Silvestrini indica dove ha trovato una pistola

VOLPAGO. Il modello di pistola a tamburo è vecchio, sicuramente era in uso nella prima guerra mondiale, ma se sia stata usata anche successivamente e con quali obiettivi è un mistero. Come è un giallo il fatto che la rivoltella sia stata nascosta per tanti anni in un incavo del muro di una villetta di via Martignago a Volpago, ai piedi del Montello.

«Era un po’ arrugginita», racconta il proprietario della casa, Franco Silvestrini, «ma ancora funzionante».

È saltata fuori per caso, in seguito a dei lavori edili. «Si erano intasati gli scarichi», spiega Franco Silvestrini, «così ho dovuto scalfire il muro per arrivare ai tubi ed è emerso un vano dove era riposta tale pistola, che ho provveduto a consegnare subito ai carabinieri».

Quella casa ha una lunga storia. «Era stata costruita nel 1914», racconta Silvestrini. «In origine era una stalla, poi è stata trasformata in una abitazione, con dei muri in sasso spessi 60 centimetri. Io e mia moglie l’abbiamo acquistata trenta anni fa, ma della presenza di una pistola nascosta all’interno del muro proprio non sospettavamo l’esistenza».

L’arma non risulta registrata alla banca dati delle forze dell’ordine, quindi non si è riusciti a risalire a chi ne fosse in possesso, ma le sue condizioni non sono tali da far pensare che fosse lì da oltre un secolo. Probabilmente era arrivata sul Montello ai tempi della Grande Guerra, ma in che mani sia finita poi nessuno è in grado per ora di dirlo: ai partigiani della zona dopo il 1943? O nelle mani di qualcuno che se ne è servito per qualche regolamento di conti e poi l’ha nascosta? È stata in possesso di qualche terrorista o di qualche malvivente? Tutte le ipotesi sono ovviamente plausibili dal momento che di quella pistola il possessore si è sbarazzato in un modo tanto radicale.

Non va dimenticato che nella zona tra il Montello e Volpago ci sono stati altri episodi legati al ritrovamento di armi: ad esempio quando la Benetton aveva acquistato Villa Loredan quella che era stata la compagna del conte Piero, Anna Pivetta, scomparsa recentemente, aveva avvertito, per evitare rischi nel corso dei lavori, che nel fossato erano state buttate bombe e armi. E ancora, quando era stato allestito dalle Br un deposito di armi sul Montello: si trattava di un carico che Moretti aveva prelevato a Cipro e trasportato in Italia: una parte era stata distribuita tra le varie colonne delle Br, le rimanenti armi erano state nascoste parte sul Montello e parte in Sardegna. E poi alla Falconera a Venegazzù, nella seconda metà degli anni Sessanta, si ritrovavano i neofascisti veneti, a cominciare da Giovanni Ventura e Franco Freda. Quindi non ci sarebbe da stupirsi se la pistola rinvenuta nel muro della casa di Volpago potesse raccontare una storia più recente di quella della Grande Guerra. Le indagini sono in corso. —



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