Il generale Gebbia diventa assessore

L’ex comandante provinciale dell’Arma in giunta in Sicilia È titolare del referato alla Cultura nel centro di Mezzojuso

Il generale in pensione Nicolò Gebbia, già comandante provinciale dell’Arma – consorte della titolare della farmacia Fanoli, Laura Carboncino – è il nuovo assessore alla cultura di Mezzojuso, paese di montagna in provincia di Palermo.

Nominato dal sindaco Salvatore Giardina il 29 dicembre, Gebbia ha giurato a San Silvestro, e nel suo discorso di insediamento ha già lanciato una proposta che ha fatto discutere; aprire un commissariato di Ps a Mezzojuso, e affidarne il comando al vicequestore Manfredi Borsellino, ora dirigente del commissariato di Cefalù, figlio del giudice Paolo Borsellino, assassinato con la scorta da Cosa Nostra. Non è forse discorso strettamente culturale, ma Gebbia non è nuovo a proposte forti, anche in virtù di una sicilianità doc.

A 68 anni, in pensione da 5 dopo, il generale vanta una carriera ultraquarantennale nell’Arma (capo di stato maggiore del contingente italiano in Iraq, unico carabiniere; comando delle forze dell’Arma a a Sarajevo; comandi provinciali a Milano e Treviso, tutto dalla prima tenenza in Sardegna agli ultimi incarichi a Palermo e Venezia). E poi, notizia nella notizia è il caso Napoli. A Mezzojuso vivono le sorelle imprenditrici agricole Napoli – Irene, Ina e Marianna – che hanno denunciato il sindaco Giardina e intendono querelare pure lo stesso Gebbia.

Poche settimane or sono, testimoniando in un processo a Roma, parlando della latitanza del padrino Bernardo Provenzano, Gebbia ha raccontato di avere appreso dal metropolita ortodosso di Sarajevo, nel 2002, come «il capomafia di Mezzojuso, Napoli, siccome aveva solo tre figlie femmine ed era anziano, faceva in modo che Provenzano fosse ospitato nel territorio di sua competenza, perché si appoggiava all’autorità del boss visto che la sua veniva erosa dall’età anagrafica e dal fatto di non avere figli maschi». E sempre secondo Gebbia, Provenzano sarebbe stato ospitato a Mezzojuso in un ex monastero dei monaci Basiliani. Le tre sorelle negano. Da anni, poi, denunciano intimidazioni mafiose, e per questo sono sostenute da “Non è l’arena” di Giletti su La7. Il conduttore è stato querelato dal sindaco di Mezzojuso – con Klaus Davi e l’editore – per ché non risponderebbe al vero che «comune e sindaco non fanno nulla per le tre sorelle, così come la comunità di Mezzojuso».

Gebbia, dal canto suo, ricorda come fu Carlo Alberto Dalla Chiesa a chiedere per Napoli padre il divieto di soggiorno in Sicilia (negato da un giudice zio di Gebbia. . .) e comunque ribadisce come «non sia mia abitudine querelare». Intanto le tre sorelle si son dette «allibite e senza parole» per la nomina di Gebbia. –

A.P.

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