Il cratere abbandonato nel cuore della città

Nel progetto c’erano residenze di pregio, giardini pensili e nuovo municipio A distanza di vent’anni è un buco nero che nessuno sa più come risolvere
Borin Conegliano area ex Zanussi ora dismessa
Borin Conegliano area ex Zanussi ora dismessa
CONEGLIANO. Da cuore industriale del Nordest a gigantesco buco nero urbanistico: da oltre vent’anni più di 100 mila metri quadrati dell'area ex Zanussi, metà dell’area complessiva, sono in totale degrado. Il tema deflagra anche questa volta tra le mani dei candidati sindaci, perfettamente a conoscenza della insormontabilità del problema. L'area tra via Cesare Battisti e la ferrovia, a due passi dal centro storico, doveva rappresentare la nuova Conegliano: residenze di pregio, giardini, persino il nuovo municipio e una grande piazza. L’operazione Setteborghi, lanciata con annunci altisonanti, si è schiantata rovinosamente contro la crisi del mattone, il fallimento delle imprese coinvolte, una certa indecisione della politica. Nel frattempo si sono succedute almeno sei amministrazioni comunali.

Per i turisti che salgono sulla sommità della torre del castello, il cratere nel cuore della città è un pugno negli occhi. A trecento metri dal campanile del Duomo di via XX Settembre. Contrasta con lo spettacolo delle colline del Prosecco, ammirate da chiunque visiti la Città del Cima. Quale sarà il futuro del "buco nero" di Conegliano? Una domanda che da oltre un decennio rimane senza risposta. Anche la politica sembra aver smesso di crederci ormai da tempo.

Tutti e cinque gli schieramenti che si presentato alle elezioni hanno avanzato idee per riqualificare l'ex Zanussi. Da parcheggi ad un grande parco, a un museo della storia industriale, a polo fieristico. Ma i candidati sanno perfettamente che senza un accordo con i liquidatori delle società coinvolte non si muoverà un mattone. I Setteborghi si erano fermati all'aggiornamento 2/7. CCI, Conegliano iniziative immobiliari, i cui soci erano gli imprenditori Gino Pozzebon, Fabio Biasuzzi, Giovanni Falsarella, Giorgio Panto, è stata dichiarata fallita il 17 maggio 2012 e da allora l’area è particamente precipata in uno stato di inesorabile degrado. Dal progetto erano usciti quasi per tempo Panto, deceduto in un incidente aereo nel 2006, e Falsarella, lasciando il cerino nelle mani di Gino Pozzebon, ex sindaco leghista di Trevignano.

«Conegliano iniziativa immobiliari» acquistò l'area nel 1996 per 53 miliardi di lire. I lavori iniziarono nel 2003 e l'anno successivo fu pubblicato il libro «Setteborghi per Conegliano». La Conegliano Iniziative Immobiliari aveva illustrato le "case del futuro" moderne e ultratecnologiche. Cento pagine patinate, che vedevano anche foto e firma dell'allora sindaco Floriano Zambon, dall'assessore all'urbanistica Alberto Maniero e dal dirigente dell'area comunale servizi al territorio, l'architetto Carlo Canato. Il progetto prevedeva 440 mila metri cubi su un'area di 190 mila metri quadrati. Ottocento gli appartamenti e 2.300 gli abitanti insediabili, con uffici e negozi per tutti i generi, il nuovo municipio faraonico da 24 milioni di euro al posto della ex fonderia Zanussi. Dei sette borghi in progetto ne sono stati costruiti due: 256 appartamenti e le tanto discusse torri verdi, con una griglia metallica sovrastante alta una decina di metri, che dovevano contenere dei giardini pensili. Ma non si è mai visto nemmeno un filo d'erba, se non nel mini giardino di 100 metri quadri in via Borgo Porta.

Con la crisi dell'edilizia, nel 2008, si sono infranti i sogni di Borgo Fiori, Borgo Battisti, Borgo Parco, Borgo Ipsia e Borgo Fonderia (il previsto municipio). Due le aree riqualificate nella zona sud di via Battisti: Borgo Porta dove, tranne l'Interspar, le attività commerciali sono in mano ai cinesi (ma persino qualche orientale ha chiuso il proprio negozio) e Borgo Monticano in cui vi una delle poche eccellenze, rappresentata da "Eat's store food & bistrò".

Tra il 2013 e il 2014 saltarono la Panto Spa, la Pozzebon Gino impianti elettrici Sas e la Pellizzer Srl, che doveva realizzare il project financing di Borgo municipio. Il procedimento fallimentare di CCI è tuttora aperto. In questi anni sono stati venduti a prezzi ribassati decine di appartamenti e garage di Borgo Porta, che erano rimasti invenduti. Mentre il Comune, a seguito del fallimento di CCI, vanta crediti per 4 milioni di euro.

Beffardo destino, per un’area che vide nascere nel 1925 la straordinaria epopea della Zoppas. Tra via Battisti e via Pittoni, infatti, aprì la prima officina meccanica degli Zoppas che nel secondo dopoguerra trasformò letteralmente l’intero territorio dando lavoro a mezza città. All’apice del successo, al tempo in cui nacque la «Stovella», prima lavastoviglie italiana destinata al mercato di massa, la fabbrica di via Battisti contava quattromila dipendenti diretti. Poi, nel 1970, l’ingresso della Zanussi, il trasferimento della fabbrica a Susegana e Porcia.

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