Il Comune dedica una strada a Giorgio Saviane

La vedova del noto scrittore aveva accusato la città di immobilismo
Lo scrittore Giorgio Saviane
Lo scrittore Giorgio Saviane
 
CASTELFRANCO.
Una via intitolata allo scrittore Giorgio Saviane. La giunta ha deliberato lunedì a favore dell'intitolazione di un vicolo della città allo scrittore nato nelle città murata e morto dieci anni fa a Firenze. Via Giorgio Saviane sarà la laterale di via San Pio X dove si trovano il cinema Hesperia e la libreria Massaro. «Abbiamo deciso di dedicare la strada a una delle più importante personalità della nostra città - dice l'assessore alla cultura Giancarlo Saran - Non lo abbiamo relegato nella via più periferica della città, ma nel cuore di Castelfranco. Una decisione presa con soddisfazione anche degli esercizi della via». Era stata la vedova di Saviane - Alessandra Del Campagna, 40 anni in meno di Giorgio, compagna per quasi trent'anni - a denunciare poco prima di Natale la totale assenza di iniziative in città per ricordare il grande scrittore a 10 anni dalla sua scomparsa avvenuta a Firenze il 18 dicembre 2010. Mentre al cugino Sergio Saviane, giornalista, la città ha dedicato una piazza, per Giorgio invece non è stato fatto nulla. Almeno finora. Giorgio Saviane nasce il 16 febbraio 1916 a pochi passi dalle mura medievali. Studia a Padova, prima al liceo classico Tito Livio, poi all'università, conseguendo la Laurea in giurisprudenza nel 1940. La prima moglie, Orsolina, morirà in un incidente stradale nel 1949. Dal loro amore nasce la figlia Luciana. Durante la resistenza Giorgio è partigiano in Valtellina e a Porto Ceresio. Nel 1946 l'arrivo a Firenze dove fa l'avvocato e prosegue la sua attività di scrittore di successo. Tra i suoi romanzi si ricordano «Il Papa» (premio Selezione Campiello nel 1963), «Il mare verticale» (premio Fiera Letteraria e premio Selezione Campiello nel 1973) e Getsemani (1980). Il suo più grande successo resta «Eutanasia di un amore» (1976), best seller per tre anni, 700 mila copie vendute (premio Montecarlo 701 libri nel 1976 e premio Bancarella nello stesso anno). Da questo romanzo viene tratto nel 1978 l'omonimo film-scandalo. (d.q.)

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