Il caso Cementi Rossi: plastica come combustibile nello stabilimento di Pederobba
Il dossier sul caso che ha provocato la mobilitazione dei cittadini, attraverso il comitato Aria che voglio

Lo stabilimento Cementi Rossi a Pederobba
Plastica come combustibile, il caso della Cementi Rossi di Pederobba
PEDEROBBA. Il gruppo Cementi Rossi di Piacenza, che detiene la proprietà del cementificio di Pederobba, ha chiesto di estendere la propria autorizzazione all'incenerimento: non più solo pneumatici esausti, ma anche plastiche da rifiuto: sull'argomento è scoppiata un'autentica battaglia tra l'Azienda e i residenti organizzati attraverso un coordinamento di associazioni chiamato Aria che voglio.
La procedura per l'autorizzazione prevede il rilascio di una Valutazione di Impatto Ambientale, che deve essere presentata in una pubblica assemblea. Inizialmente fissata per giovedì 23 febbraio, la riunione è stata sospesa per l'inaspettato afflusso di pubblico - oltre trecento persone - che rendeva impraticabile l'illustrazione del progetto.
Ma che cosa sono le plastiche da rifiuto? Si tratta, spiegano i tecnici, di vasetti di yogurt, vaschette di plastica, penne a sfera, posate in plastica, piatti in plastica e bicchieri in plastica. Plastiche usate e non adatte al riciclo e dunque destinate all'incerimento.
Attualmente l'impianto di Pederobba è autorizzato per bruciare combustibili fossili e pneumatici esausti triturati fino a un massimo di 60 mila tonnellate l'anno. L'autorizzazione mira gradualmente a ridurre la quantità di pneumatici, di sempre più difficile reperibilità sul mercato per effetto dell'aumento del riciclo, e sostituirla con le plastiche da rifiuto, più facilmente reperibili sul mercato. Il cementificio di Pederobba, costruito nel 1954 e con un camino dell'altezza di 60 metri, è realizzato sulla sponda destra del fiume Piave.
Dal 1995 brucia, oltre al tradizionale petcoke, anche pneumatici esausti che vengono triturati in un impianto di Possagno. L'impianto produce circa un milione di tonnellate di cemento l'anno, pari al 2 per cento della produzione nazionale. Un analogo impianto, sempre del gruppo Cementi Rossi, si trova a Piacenza. Ora l'azienda a Pederobba ha chiesto di inserire nel forno anche plastiche. E i comitati si ribellano.
Il coordinamento Aria che voglio pretende che, prima di rilasciare l'autorizzazione, gli enti pubblici realizzino uno studio epidemiologico che registri l'impatto dell'industria sulla salute dei residenti nella zona. L'Azienda si è detta disposta a contribuire all'iniziativa.
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