I piatti dello chef stellato arrivano a domicilio «Torniamo al piacere»

Le preparazioni di uno chef stellato consegnate direttamente a casa con tanto di istruzioni per rigenerarle al meglio, al fine di mantenere intatti aromi e sapori. Delivernyù è il nuovo menu delivery ideato dal Gellius di Oderzo. La creatività in cucina è quella di Alessandro Breda, una Stella Michelin. Non potendo accogliere i suoi ospiti nel ristorante e bistrò che sorge sopra, intorno e dentro i resti della città romana di Opitergium, lo chef ha deciso di consegnare a domicilio (anche a distanza di oltre 30 km) piatti come il Toast di gamberi e guacamole o l’astice blu con fregola sarda. Il menu include antipasti, primi e secondi, ma anche pane e dolci, oltre ad una selezione di vini dalla carta del locale.
«In un periodo in cui la convivialità del ristorante viene a mancare - spiega lo chef Alessandro Breda - Delivernyù nasce per portare i profumi e i sapori dei nostri piatti direttamente nelle case dei nostri clienti che vogliono concedersi una cena piacevole e speciale o un’evasione sensoriale per il primo maggio o per festeggiare un’occasione speciale. Le preparazioni vengono consegnate assieme alle istruzioni per rigenerarle al meglio nella cucina di casa, mantenendo intatti aromi e sapori. Tutte rispettano inoltre la catena del freddo e possono essere consumate fino a 4 giorni dopo la consegna». Se i piatti sono lo specchio dell’anima di uno chef, nelle creazioni di Alessandro Breda ci sono la sua gentilezza e una lunga ricerca personale, fatta di introspezioni ma anche di viaggi ed esperienze in giro per il mondo. Nella sua cucina l’estro creativo incontra un altro lato della sua personalità: la semplicità. Ecco allora che gli ingredienti di cucine lontane, come quella giapponese, diventano armonia che osa ma non troppo come nel tonno Tataki al caramello di soia, disponibile anche a domicilio.
Il suo amore per il Paese del Sol Levante, attraversato da nord a sud in motocicletta in giovane età, sembra aver esaltato l’attitudine all’ordine, alla gentilezza e lasciato il segno persino nei modi del suo personale di sala, pronto a reinventarsi davanti all’emergenza che sta mettendo a dura prova il mondo della ristorazione. Così, mentre lo chef sembra essersi preservato dalle effimere logiche dell’apparire, è la sua cucina a parlare per lui. La selezione delle materie prime unisce territorio e sperimentazione. «Dopo circa vent’anni di ricerca all’estero, oggi si risveglia in me la passione per l’italianità – afferma Breda – in una consapevole appartenenza alle sue eccellenze e alle sue grandi tradizioni in cucina. Una ricchezza da valorizzare e da condividere ora più che mai».
Breda, titolare anche di Gellius Knokke, ristorante nella omonima cittadina nella provincia fiamminga delle Fiandre Occidentali, ha una visione in controtendenza rispetto a quella dei colleghi che in queste ore stanno scendendo in piazza: «Io credo che la scelta di non aprire a metà maggio sia giusta e ponderata – afferma lo chef stellato –. Anche se c’è la voglia, la gente non è ancora pronta psicologicamente ad uscire. Aprire prima non ci permetterebbe di lavorare in pieno regime né con il ristorante né con il bar, non possiamo fare finta di nulla. In Belgio, dove si trova il mio secondo locale, c’è stato un atteggiamento più cauto annunciando già da subito la riapertura dei ristoranti per i primi di giugno. Quello che ci serve urgentemente in Italia sono linee guida precise per sapere come ripartire per poter utilizzare questo tempo per adattare i nostri locali». —
Renza Zanin
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