I “Naneti” rilevano l’osteria Ponte Dante Locanda con camere

I “Naneti“ raddoppiano, e sbarcano a Ponte Dante. Nel senso dell'osteria, uno dei luoghi più cari ai trevigiani. Il locale che si affaccia sull'ansa del Sile riaprirà in versione rinnovata e moderna, con le gestione dello staff dei Naneti, che non chiudono in vicolo Broli, ma raddoppiano. Le cinque modernissime camere ricavate nel palazzo rinascimentale vicino al Sile sono l'offerta del nuovo bed and breakfast cittadino.
Beppe Festa e Fabio Coz, il duo dei “Naneti“, ha concluso nei giorni scorsi una lunga trattativa. Dicono i bene informati che l'ultimo concorrente bruciato sul filo di lana sia stato Diego Tomasi, che gestì l'ultima grande stagione dell'osteria prima di spostarsi a Fiera aprendo il Basilisco.
Negli anni '60 e '70 il Ponte Dante era divenuto un riferimento per tutti, e una delle osterie più tipiche di Treviso, grazie alla personalità di Bruno Schiavon.
La scommessa dei “Naneti 2.0” è quella di riportare il locale a prolungamento del giro di ombre, come un tempo. Con una fortissima impronta di tradizione, alla riscoperta delle radici. Non è un caso che nell'ultima iniziativa estiva, il weekend degli osti trevigiani al “Baston“ di Ponzano, “Osti in campo”, Beppe e Fabio con gli altri colleghi (Arman, Morer, Baston e Marchi) avessero insistito sullo slogan «Contro le invasioni barbariche». Osterie doc, senza contaminazioni, insomma.
Un'impronta che gli avventori dei “Naneti” - sia quelli della pausa pranzo che dell'aperitivo serale - ritroveranno anche al Ponte Dante. Il fascino di un locale che con il suo inconfondibile aspetto ha saputo conquistarsi le recensioni entusiasti degli inviati dei giornali anglosassoni e francesi, l'attenzione delle guide specializzate, che ne fanno uno dei locali più ricercati e ammirati dai turisti.
«Qui il locale resta, e resterà sempre lo stesso», dicono i due soci, nel giorno in cui la notizia è diventata di dominio pubblico. «Di là creeremo sicuramente una situazione nuova, ma che sarà assolutamente in linea con la nostra filosofia». La trattativa è stata lunga, anche perché la concorrenza è stata fortissima: moltissimi osti avevano visionato in questi mesi il palazzo.
Poi, negli ultimi giorni, la chiusura dell'accordo. «Se tutto va bene, contiamo di aprire in autunno», continuno Beppe e Fabio, «adesso dovremo sdoppiarci e rinnovarci...». Già, osti con il servizio al tavolo e anche piccoli albergatori.
Il nuovo Ponte Dante - osteria con camere - è già destinato a far parlare, non solo in piazza. Per la storia dell'osteria, che adesso rivive in uno scenario - il tratto del Sile che va da ponte Santa Margherita al castello Romano - rilanciato dai restauri e dalle operazioni urbanistiche in corso. E perchè chi ha visto le camere parla senza mezzi termini di un restauro bellissimo, tanto rispettoso filologicamente della storia di quei muri, degli affreschi, degli ambienti, quanto innovativo sul piano delle soluzioni di arredamento. Una doccia con pietra faccia a vista, protetta da una sottile lastra di plexiglas, riassume bene la linea che ha ispirato il restauro, lungo ma meticoloso, nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza. Il palazzo è di proprietà di un noto imprenditore della Castellana.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso