I cicchetti del “Bersagliere”

L'osteria “Al Bersagliere” di Oderzo è in corsa per lo scettro di migliore bar della Marca. Il secondo classificato nella passata edizione del concorso “Vota il tuo bar preferito” al primo giro di boa del concorso di quest'anno è già al numero uno in classifica e sembra ben intenzionato a farsi valere. Il locale si trova in centro ad Oderzo, in via D'Annunzio 2, e contribuisce a tenere alto il ricordo delle vecchie e tradizionali osterie trevigiane. Da otto anni è stato preso in gestione da Sandro Verno e Giovanni Gambardella, aiutati da Ornella Faloppa, cercando di preservare lo spirito e lo stile delle attività che un po' dovunque stanno scomparendo. «Era la più antica osteria di Oderzo» raccontano i titolari «era un negozio di mescita di vino e alimentari. Oggi l'interno è rimasto rustico, così come lo abbiamo ereditato dai precedenti gestori che lo avevano sistemato una quarantina di anni fa». Quando si entra “Al Bersagliere” si può avere la sensazione che il tempo si sia fermato: «Abbiamo deciso da subito di concepire il nostro locale come una vecchia osteria, di quelle di una volta» spiega Verno «dove bere un'ombra e gustare un cicchetto. Abbiamo di cercato di mantenere tutte le tradizioni che questo territorio ci ha lasciato». L'osteria “Al Bersagliere” è aperta dalle 7 alle 22, la vetrina dei cicchetti fa venire a tutti l'acquolina in bocca: «Facciamo polpettine di tanti tipi» spiega il socio Giovanni Gambardella «con la carne, al radicchio, con la zucca oppure con il pesce. Utilizziamo sempre gli ingredienti in stagione, poi prepariamo anche il pesce fritto, come piatti tipici la trippa e il baccalà». “Al Bersagliere” si fa la pausa pranzo dei numerosi negozi e uffici del centro, ma c'è anche chi si posiziona tra i sei tavoli disponibili per fare una partita a carte mentre i più giovani passano per l'aperitivo. «Per chi lavora in centro a mezzogiorno prepariamo piatti veloci, facciamo anche cene su prenotazione a tema» spiega Gambardella «per i vini ci affidiamo soprattutto a quelli locali, legati anche alle tradizioni del territorio, il Rabosino è il rosso che va per la maggiore. Serviamo le “classiche” ombre, ma anche il vino in ciotole di porcellana, è una tradizione storica in molte vecchie osterie il vino forte si serviva così». Massimo rispetto della tradizione insomma, gusti autentici e prezzi molto popolari, non chiedete cocktail, solo ombre al massimo qualche spritz. Un piccolo gioiello nel cuore di Oderzo che conquista anche per la qualità dei rapporti umani: «Lavoravamo nella grande distribuzione aprire il bar era il nostro sogno» raccontano «oggi si è creato un bel rapporto con la clientela, è loro che dobbiamo ringraziare per i numerosi voti ricevuti».
Matteo Marcon
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