I big di Marca: flirt con Montezemolo

Benetton, Stefanel, Buoro, Fassa & Co. a una cena segreta per lanciare Italia Futura in Veneto. «Delusi da Carroccio e Pdl»
Di Alessandro Zago
Il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo a Genova per la presentazione della Fondazione Italia Futura, il 21 novembre 2009. ANSA / LUCA ZENNARO /
Il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo a Genova per la presentazione della Fondazione Italia Futura, il 21 novembre 2009. ANSA / LUCA ZENNARO /

Benetton, Stefanel, Buoro, Tabacchi: i big dell’industria veneta sposano Italia Futura di Montezemolo. E avvertono: «I partiti ci hanno deluso, in testa Lega e Pdl: dopo la cura da cavallo di Monti, necessaria, saranno gli imprenditori a prendere in mano la situazione». È questo il grido di battaglia degli industriali che la scorsa settimana hanno partecipato a un vertice segreto con Luca Cordero di Montezemolo, che intende lanciare la sua Italia Futura alle elezioni del 2013. Una trentina i big presenti al summit, imprenditori provenienti da tutto il Veneto, chiamati a raccolta giovedì 6 settembre nella casa di Trebaseleghe dell’imprenditore Fabio Franceschi (Grafica Veneta) da Giovanni Schiavon, ex presidente del tribunale di Treviso che, a marzo, ha firmato a Padova l’atto di fondazione di Italia Futura. I trevigiani erano rappresentati da Gilberto Benetton, Bepi Stefanel, Palo Fassa (Fassa Bortolo), Luciano Mazzer (Tegola canadese), il fondatore di Alcedo Giovanni Gajo, l’amministratore di Texa Bruno Vianello, il presidente di Nice Lauro Buoro e il commercialista trevigiano Graziano Visentin. C’era anche il bellunese Vittorio Tabacchi presidente Safilo, il veneziano Stefano Beraldo, amministratore delegato di Coin e un grosso notaio veronese. Tra chi è stato invitato ma non è potuto essere presente, Bepi De Longhi. Ma c’erano anche esponenti politici come l’ex sindaco di Padova Giustina Destro.

Montezemolo, leader di Italia Futura, movimento che nella Marca vanta esponenti come il consigliere regionale Diego Bottacin, è planato il 6 settembre con il suo elicottero a Trebaseleghe (per poi andare a Berlino, da Draghi) per capire se gli industriali veneti sono davvero disposti a seguirlo e finanziarlo nella sua discesa in campo non solo alle politiche ma anche alle comunali nei capoluoghi più importanti, come Treviso. Un vertice che ha avuto un coda polemica: hanno creato tensione le esternazioni post summit di Franceschi, che ha detto di essere comunque vicino al Pdl. Ma, al di là delle beghe, resta il fatto: gli imprenditori guardano ormai a Montezemolo e non più a Lega o Pdl, mentre restano diffidenti verso il Pd. E avvertono: «Nel giro di un mese succederà qualcosa». Montezemolo aveva già sondato gli industriali veneti nel settembre del 2011 alle Bandie di Spresiano, «regno» di Remo Mosole. E in quell’occasione c’erano Gilberto Benetton e il patròn del Gruppo Tecnica Giancarlo Zanatta, il presidente del gruppo Fassa-Bortolo Paolo Fassa e Mazzer più il presidente della Confartigianato Mario Pozza e, per la Cna, Alessandro Conte e Giuliano Rosolen.

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