Golf abusivo, l’ex sindaco a processo

MONTEBELLUNA. Il caso “golf club” arriva in tribunale. Si saprà solo il 23 luglio, data in cui è stata fissata la prossima udienza, come si concluderà la vicenda che vede coinvolto Silverio Zaffaina, ex sindaco di Montebelluna, nonché legale rappresentate dell’associazione sportiva Montebelluna Golf Club. L’accusa nei suoi confronti è di abuso edilizio. Zaffaina, da sempre grande appassionato e quotato giocatore di golf, aveva deciso di prendere in affitto un’area, in via Carpen a Montebelluna ai piedi delle Rive di Mercato Vecchio, per la realizzazione di un impianto golfistico. I proprietari avevano dato l’area in locazione all’associazione di Zaffaina e alla società Obiettivo Golf che avrebbe dovuto gestire gli impianti. Inizialmente era stato realizzato soltanto un campo di prova, con alcune buche. Tuttavia il successo che l’iniziativa stava riscuotendo indusse l’ex sindaco a migliorare ulteriormente l’area, cercando di dotarla di pertinenze che consentissero lo svolgimento di ulteriori attività. Per questo erano stati presentati dei progetti per la realizzazione di alcune strutture: una struttura coperta a supporto dell’attività di gioco, dei prefabbricati a uso deposito e magazzino per le attrezzature, un gazebo per il tiro delle palline e dei servizi igienici. Il tutto tenendo conto delle normative sul vincolo paesaggistico ambientale a cui è soggetta la zona. Verso la metà di novembre 2010, il Comune di Montebelluna aveva accolto favorevolmente la domanda e in seguito aveva rilasciato la relativa autorizzazione. Nel frattempo era anche arrivata l’autorizzazione da parte della Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici di Venezia. Nel giro di pochi mesi le strutture stavano prendendo forma. Senonché, verso la fine di giugno 2011, in seguito ad un sopralluogo da parte della polizia locale, sono cominciate le brutte sorprese. Gli agenti hanno riscontrato che le opere erano state realizzate in assenza della relativa autorizzazione paesaggistico-ambientale. Fatto che sorprese non poco l’ex sindaco, che era sicuro di aver adempiuto a tutti gli oneri previsti dalla legge. Si scoprì che il vecchio gestore del campo non aveva più ritirato la relativa concessione per eseguire i lavori. Questa era quindi decaduta rendendo necessaria la presentazione di una nuova istanza. Le opere, insomma, erano state realizzate, almeno sul piano formale, in regime di abusività e per questo dovevano essere smantellate e rimosse, con la conseguenza che Zaffaina si era trovato sul capo una denuncia per la violazione della legge sulle zone sottoposte a vincolo paesaggistico. A luglio si saprà come si concluderà la vicenda.
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