Gli strappa l’orecchio a morsi durante l’ora d’aria

Un detenuto gli ha strappato un orecchio a morsi. Poi gli ha sferrato due pugni in volto fracassandogli la mandibola. E’ accaduto nel carcere di Augusta in Sicilia, dove era stato trasferito a causa del sovraffollamento a Santa Bona. Ora chiede ti tornare nella casa di circondariale di Treviso dove si sente più al sicuro. Lui si chiama Youssef El Jeddaoui, 27 anni, famiglia marocchina ma nato e cresciuto nel Trevigiano. Un paio di anni fa era finito in carcere per una serie di furti con una condanna di tre anni. Dopo alcuni mesi era però stato trasferito in Sicilia, ad Augusta causa sovraffolamento. Proprio lì un mese fa è stato aggredito a morsi da un detenuto con grossi problemi psichici. È “l’ora d’aria”, Youssef è seduto su una panchina, di spalle rispetto ai bagni. Poi una gomitata improvvisa al collo, un dolore lancinante all’altezza dell’orecchio. L’aggressore gli sferra due pugni ben assestati in pieno volto. I medici hanno stabilito 20 giorni di prognosi. Una volta tornato in cella, Youssef non riesce a mangiare a causa delle fratture. Ora il giovane si trova a Santa Bona per partecipare ad un processo per furto. Ha scritto una lettera al direttore del carcere di Treviso perché lo faccia rimanere qui dove «si sente al sicuro ed è certo che fatti del genere non potrebbero accadere». A giorni si terrà l’udienza preliminare in cui il suo aggressore dovrà rispondere di lesioni gravissime. L’avvocato di Youssef, Alessandra Nava, ha annunciato che valuterà se vi siano profili di responsabilità anche per la struttura carceraria di Augusta per capire come mai un soggetto con problemi psichici si trovasse con gli altri carcerati e non in isolamento. E perché quell’orecchio brutalmente strappato non sia stato recuperato per poterlo riattaccare.
Serena Gasparoni
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