«Gli potevi chiedere il mondo, te lo dava»

VITTORIO VENETO. «Una persona disponibilissima, potevi chiedergli il mondo e te lo portava. Difficile staccarsi da uno come lui». Paolo De Carlo, segretario del Circolo Cral ospedale di Conegliano,...
Borin Revine incidente mortale ciclista investito da auto Vittorio Favretto
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VITTORIO VENETO. «Una persona disponibilissima, potevi chiedergli il mondo e te lo portava. Difficile staccarsi da uno come lui». Paolo De Carlo, segretario del Circolo Cral ospedale di Conegliano, non si dà pace per la morte tragica dell’amico Narciso Favaretto. “Piero”, come lo conoscevano tutti al Cral, aveva una gran passione per la bicicletta. Faceva infatti parte della squadra cicloamatoriale del Circolo dopolavoristico ospedaliero. Ogni domenica si accodava alla carovana di ciclisti per la tradizionale escursione. «Il 4 maggio aveva partecipato alla Conegliano-Caorle, con tanto di pranzo a base di pesce», ricorda Walter Mattiuzzo, amico del Cral. Narciso Faveretto aveva compiuto 71 anni il 25 aprile. Viveva da solo in vicolo Ruio 14, poco distante dal Municipio di Susegana. Aveva lavorato per una vita nella lavanderia dell’Ospedale di Conegliano. Vent’anni fa era rimasto vedovo. Sua moglie lavorava anche lei in Ospedale, nella squadra delle pulizie. Ora era un nonno felice di accudire i due splendidi nipotini che gli aveva dato la sua unica figlia, Ioneides, che vive a Barbisano. Con la pensione si era ancor più dedicato al Cral coneglianese. Non mancava mai agli incontri settimanali dei pensionati e poi la domenica alle gite in bicicletta a cui partecipano anche i dipendenti ancora in attività. «Ogni volta che veniva al Circolo», dice commosso De Carlo, «ci portava sempre il gelato o una brioche. Una persona di casa». Ieri, verso le 8, “Piero” aveva dato appuntamento ai suoi amici coneglianesi a Susegana. Da lì sarebbero partiti per Ponte della Priula per poi risalire verso Pieve e fare quindi la panoramica dei laghi di Revine. (f.g.)

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