Gli angeli col camice volontari in Africa per i bambini malati

Dalle sale operatorie dell’ospedale di Treviso a quelle dell’unico ospedale di fortuna della città di Lumsar, in Sierra Leone, a 250 chilometri dalla capitale Freetown. Partiti per lavorare come...

Dalle sale operatorie dell’ospedale di Treviso a quelle dell’unico ospedale di fortuna della città di Lumsar, in Sierra Leone, a 250 chilometri dalla capitale Freetown. Partiti per lavorare come medici e infermieri volontari per due settimane tra le corsie del St. John of Catholic Hospital, a servizio di una speciale missione medica destinata alla cura di piccoli pazienti pediatrici che senza il loro intervento non avrebbero mai potuto essere operati.

il team

I protagonisti della storia sono due medici del reparto di Chirurgia pediatrica del Ca’ Foncello, i pediatri Mario Ferro e Marco Gasparella, un anestesista pediatrico, Claudio Benetton, due infermieri di sala operatoria Katia Pasqual e Daniele Casarin insieme al primario di Pediatria dell’ospedale di Venezia, Maurizio Pitter, gli “angeli con il camice” che dal 10 al 25 ottobre scorso per conto della onlus trevigiana “Around us” - associazione attiva dal 2012 in Sierra Leone fondata per volontà del gruppo Sogedin di Monastier – hanno svolto in dieci giorni 46 interventi chirurgici pediatrici. Una media di cinque operazioni al giorno. Senza contare 140 visite e una novantina di ecografie addominali (svolte con un ecografo portatile giunto dall’ospedale veneziano) effettuate per la cura di almeno 60 bambini e ragazzi di uno dei Paesi in assoluto più poveri al mondo. Martoriato da una guerra civile terminata ufficialmente nel 2002, ma tutt’ora con dolorosi strascichi in corso. Senza dimenticare l’epidemia di Ebola che nel 2013 ha mietuto 10 mila vittime.

le testimonianze

«Nell’ospedale governativo di Lumsar, gestito da medici del posto con il supporto di alcuni medici del Cuamm, nessuno opera bambini perché non esiste un reparto di chirurgia pediatrica» spiega il dottor Mario Ferro, di ritorno a Treviso dalla speciale missione umanitaria, «per essere operati sono costretti a spostarsi fino alla capitale, Freetown, ma nessuno ha i soldi per farlo. Sono poverissimi. Quello che abbiamo visto è che non ci sono nemmeno i soldi per mangiare».

i sacrifici

Per la speciale missione medica i pediatri e gli infermieri trevigiani hanno utilizzato unicamente i loro giorni di ferie. Lavorando fianco a fianco dei sanitari del posto. Quanto agli interventi si è trattato soprattutto di operazioni chirurgiche per la cura di malattie del canale inguinale e del sistema genito-urinario: «Ci siamo integrati perfettamente con il personale sanitario dell’ospedale – racconta il dottor Ferro – supportandolo per la parte pediatrica. Abbiamo portato anche libri con i dosaggi dei farmaci sempre per uso pediatrico».

le missioni

Punti di riferimento per conto della onlus trevigiana, che dal 2012 opera in Sierra Leone con una media di quattro missioni sanitarie all’anno, sono i padri Maurizio Boa, Mario Zarantonello e Gianni Zanni dell’Ordine dei Giuseppini del Murialdo. Ormai da sei anni infatti l’associazione “Around us”, presieduta dal primario di Urologia dell’ospedale di Padova, il dottor Massimo Dal Bianco, sta lavorando per cercare di ridare dignità a una popolazione ormai ridotta allo stremo da fame, guerre e dall’epidemia di Ebola. Da settembre dell’anno scorso è nata anche la collaborazione con i medici con l’Africa del Cuamm. Una mano tesa di solidarietà che da tempo lega come un filo invisibile il Veneto e le terre più martoriate da conflitti, crisi e difficoltà economiche. —

A.V.

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