«Ggp, lo stabilimento non chiude»

Il sindaco Dussin: ho garanzie. Il sindacato: falso, vogliono tagliare Castelfranco
Elio Boldo, sindacalista della Cgil e, a destra, la sede di Castelfranco della Global Garden Service che ha annunciato il taglio di 230 posti
Elio Boldo, sindacalista della Cgil e, a destra, la sede di Castelfranco della Global Garden Service che ha annunciato il taglio di 230 posti
 
«Nessuna dismissione alla Gpp». A dirlo il sindaco di Castelfranco, Luciano Dussin, che ha incontrato i vertici aziendali ottenendo rassicurazioni. Ma il sindacato ribatte: «Non è così, l'azienda vuole andarsene, non intendiamo firmare alcun accordo».
 Il clima si fa sempre più rovente. La decisione della direzione della Global Garden Products (Ggp) di riorganizzare l'attività spostando la produzione in Slovacchia e tagliando i posti nella sede castellana, è stata una doccia fredda per i lavoratori. 160 i licenziamenti previsti per settembre, altri 70 in previsione nel biennio 2012-2013. Il tutto su una pianta organica di 615 dipendenti. Il sindaco Luciano Dussin ha incontrato giovedì scorso i vertici aziendali. «Ci hanno rassicurato sul mantenimento del sito produttiva a Castelfranco. Saranno concentrate qui anche le attività di ricerca, sviluppo ed innovazione. Purtroppo ci saranno anche gli esuberi. Siamo stati rassicurati però che l'intenzione è quella di rilanciare la sede castellana nei prossimi anni. La strada potrebbe essere quella già intrapresa dalla De Longhi, che si era vista costretta a tagliare il personale qualche anno fa, ma che in seguito aveva investito su innovazione e sviluppo arrivando a mettere in produzione nuovi prototipi e quindi a tornare a riassumere e rilanciare la produzione».  Opposta la lettura della Fiom Cgil. «Innovazione e ricerca sono già a Castelfranco - spiega Elio Boldo della Fiom - qui il problema è un altro. Non c'è un piano di sviluppo per la sede di Castelfranco. Le sedi all'estero stanno crescendo e stanno diventando sempre più in grado di operare in maniera indipendente. Qui rimarrà solo la governance, la produzione si vuole portar all'estero. Questo è il punto. Si sta tentando di lasciare a casa i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, i fissi, con la scusa della flessibilità. In realtà l'intento è di mantenere i precari, in modo da potersene poi liberare senza problemi. Siamo preoccupati perché è chiaro che l'intento è quello di smantellare la produzione a Castelfranco. Un processo iniziato in realtà due anni fa quando l'azienda ha voluto un accordo separato per non assumere a tempo indeterminato i terministi aventi diritto. Noi non firmeremo un accordo che preveda licenziamenti».

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