Addio a Germano Mattiuzzo, il fotografo d’oro di Treviso
Aveva iniziato nel 1952, poi fondò l’agenzia Fotofilm in piazza Duomo. Fu fotoreporter per la Tribuna, nei suoi scatti tutta la storia recente di Treviso

Settant’anni con la macchina fotografica in mano. Per lui Treviso non aveva segreti: ne ho colto il fascino, i protagonisti, i grandi fatti di cronaca e gli enormi cambiamenti.
Martedì all’alba si è spento Germano Mattiuzzo, fotografo e fotoreporter, lo “Scatto d’Oro” di Treviso. Aveva 87 anni. Aveva iniziato nel 1952, vedendo il cartello "cercasi apprendista" sulla vetrina del fotografo Albrizzi&Badoer. Da allora una vita a cogliere l’attimo tra obiettivi, corpi macchina e poi il digitale.
Fondó Fotofilm, la bottega a due passi dal Duomo, ora nelle mani agili del figlio Nicola, contribuendo in maniera decisiva anche alle sorti della Tribuna, da fotoreporter infaticabile.
Amante dello sport e tifoso del Treviso (fu anche espulso, almeno un paio di volte, ma girava la pettorina cambiano lato della porta, dribblando anche l’arbitro…), trovava l’attimo giusto del gol decisivo, dell’esultanza epica, del gruppo a fare da padrone.
Milioni di foto di matrimoni, cresime, comunioni, saggi di danza, eventi. Dove si radunava Treviso, lui c’era. E i presidenti della Repubblica: Gronchi, Saragat, Cossiga, Ciampi. Napolitano. Ha lasciato un segno - di più, migliaia di immagini - nella vita di Treviso.
A Nicola e a tutta la sua famiglia l’abbraccio della Tribuna e dei giornali Nem.
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