Gemello morto, accuse al primario

Ieri sul banco degli imputati due ginecologi: «Decideva Candiotto»

«Era una sua paziente privata, era il primario Candiotto a decidere». Ieri è iniziato il dibattimento che vede imputati due ginecologi per il reato di interruzione colposa di gravidanza. Nel marzo 2008 Valentina Pinton, titolare del negozio «Il paradiso dei bambini» di via Manin, storico negozio del centro, fu ricoverata in ospedale a Vittorio Veneto in seguito a complicazioni per la sua gravidanza gemellare. Era alla trentasettesima settimana. Il cesareo fu effettuato un giorno dopo il ricovero, quando il cuore di uno dei due feti aveva già cessato di battere. Vittoria venne alla luce sana, mentre il fratellino Giorgio morì prima del parto.

Ieri sono state ricostruite le ore tra il 2 e 3 marzo. Nella precedente udienza il dottor Ezio Candiotto, già primario del reparto di Ginecologia dell'ospedale di Vittorio aveva patteggiato 6 mesi di reclusione convertiti in una multa di 6.840 euro. Ora i ginecologi Alfredo Pinto e Salvatore Di Grazia voglio dimostrare la loro estraneità alleaccuse. «Avevo detto al dottor Candiotto che il cesareo andava anticipato poiché c’erano valori fuori norma», ha detto il dottor Pinto in aula. Lui fu di turno il pomeriggio in cui la donna fu ricoverata (il 2 marzo) e poi contattato dallo stesso primario il giorno successivo, nonostante non fosse in servizio, per eseguire una flussimetria.

«Un parto cesareo anticipato significava il trasferimento dei bambini in un altro ospedale», è l'ipotesi del dottor Pinto. Anche il ginecologo Di Grazia, che fu di turno nella notte tra le 20 e le 8, ha addossato le responsabilità sul primario: «Il dottor Candiotto disse che era una sua paziente e la gestiva lui». Oltre ai due imputati sono stati ascoltati medici e ostetriche del reparto di ginecologia vittoriese che lavorarono in quei giorni.

«Il primario ci aveva detto di non creare allarmismi» ha riferito un ginecologo che fu in servizio quella mattina».

Diego Bortolotto

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