Farmaci spariti dall’ospedale di Treviso, archiviate le posizioni del direttore Berti e di un’addetta
Dopo il caso scoperto nel 2021 furono indagate sei persone: i prodotti venivano rivenduti all’estero per un giro da 320 mila euro

Sei persone risultavano indagate per il furto di medicinali al deposito farmaceutico dell’Ulss 2 Marca trevigiana nell’ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica di Treviso.
Sono state archiviate le posizioni del direttore della farmacia ospedaliera Giovanni Berti (assistito dagli avvocati Calvetti e Tauro), e di una sanitaria.
Nell’ambito di questa inchiesta erano stati emessi nel 2021 sei avvisi di garanzia, tutti a dipendenti dell’Ulss trevigiana. La notizia è stata diffusa venerdì pomeriggio, 17 gennaio. Si tratta dell’inchiesta innescata da un esposto anonimo arrivato sul tavolo del direttore generale Francesco Benazzi nell’autunno del 2021 e che lo stesso manager dell’Ulss consegnò ai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Treviso.
«È arrivata una lettera anonima un paio di mesi fa, anche di più, io ho passato tutto ai Nas» disse all’epoca il direttore dell’Ulss trevigiana. «Qualcuno scriveva che dalla farmacia del Ca’ Foncello uscivano dei farmaci senza il normale percorso che si dovrebbe seguire».
Ogni “movimento” di un medicinale, infatti, dev’essere rigorosamente tracciato. Che sia destinato a un reparto, a una farmacia o a una casa di riposo, è necessario che ogni passaggio sia messo nero su bianco e segua precise regole. Quel periodo del 2021 fu caratterizzato da una scarsità dalle lamentele delle farmacie locali inerenti la mancata consegna di medicinali da parte del magazzino ospedaliero che stando alla conoscenza della direzione sanitaria i farmaci stoccati dovevano essere più che sufficienti ad evadere qualsiasi tipo di richiesta.
Si trattava di integratori, cosmetici e dispositivi medici, farmaci specifici e salvavita e antitumorali. L’intervento del Nas portò tra l’altro, a trovare nell’armadietto di uno degli indagati uno zaino pieno di medicinali per 320.000 euro. Gli accertamenti dei militari consentirono così di focalizzare l’attenzione su un ristretto gruppo di sanitari che avrebbero approfittato del loro ruolo nel magazzino farmaceutico per sottrarre grossi quantitativi di farmaci che poi sarebbero stati venduti all’estero con un indebito guadagno per cifre ragguardevoli. L’ammontare del danno economico per la struttura sanitaria della Marca è rilevante ed è in via di quantificazione.
Sulla vicenda l’Ulss 2 mantiene uno stretto riserbo, non rilasciando alcuna dichiarazione.
L’inchiesta per peculato è stata condotta dal sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà. Tra loro in sei indagati c’erano anche il direttore della farmacia ospedaliera Giovanni Berti (assistito dagli avvocati Calvetti e Tauro), e una sanitaria F. T. , classe 1978 di Zero Branco (difesa dagli avvocati Fabio Capraro e Marzo Bonazza) le cui posizioni sono state archiviate. Sulla sorte giudiziaria degli altri quattro indagati, tra i quali un trevigiano di 63 anni, e due donne, una di 35 anni di San Vendemiano e l’altra di 50 anni di San Biagio, non si hanno notizie certe.
Gli stessi carabinieri del Nas di Treviso confermano che l’inchiesta partita dall’esposto anonimo consegnato loro dal direttore generale Francesco Benazzi nel 2021 non è arrivata alla chiusura ufficiale e l’ultimo atto depositato negli uffici della procura al terzo piano del palazzo di giustizia di viale Verdi (un sunto della vicenda) risale al settembre del 2022.
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