Fumeria marocchina a porta San Tomaso, il Comune nega il permesso
Nel nuovo locale kebab, danza del ventre e narghilè Apertura stoppata dal Comune : «A Treviso niente ampolle da fumo»

Da diverso tempo si vociferava dell'apertura di un locale arabo, a porta San Tomaso, luogo della movida trevigiana. Il nuovo locale avrebbe offerto piatti arabi, ballerine di danza del ventre, thè alla menta e narghilè, la famosa ampolla di vetro con cui fumare essenze profumate e fruttate.
Ma il locale in questione non vedrà più la luce. E proprio a causa del veto del Comune in merito all'uso della «scisca», come viene chiamato in gergo il narghilè.
Erano infatti già partiti i lavori di ristrutturazione e si parlava di una imminente apertura. Niente da fare. All'origine della mancata inaugurazione del locale pare esserci un permesso negato: quello appunto del Comune, che non ha dato il via libera per la distribuzione del narghilè ai clienti. La shisa è però l'attrazione principale di questi locali.
Non hanno vita facile questi pubblici esercizi: ci vogliono diversi permessi e sono sottoposti a molti controlli. Qualche anno fa è stato chiuso un locale di Quinto, ad esempio, perché risultava anch'esso senza permessi per il narghilè. Senza narghilè però non se ne fa nulla, hanno detto i gestori.
Una storia che ha ancora molti quesiti irrisolti: non è facile ottenere permessi, per questi locali, odiati dall'amministrazione leghista della città, ma amati dai trevigiani che li frequentano assiduamente, come il circolo Hilal in via Monfenera, che fa sempre il tutto esaurito. E, trattandosi di un circolo, sicuramente non ha avuto lo stesso problema degli altri pubblici esercizi della stessa nazionalità. E infatti all'Hilal il narghilè non manca.
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