Fonte, razziata la villa di Vittorio Munari

I ladri forzano il “buen retiro” del direttore generale del Benetton rugby e noto telecronista: bottino da quantificare
Prandi Super 10, Benetton v Viadana, il Presidente Amerino Zatta (sinistra) con il Direttore Generale Vittorio Munari, foto Rogers.
Prandi Super 10, Benetton v Viadana, il Presidente Amerino Zatta (sinistra) con il Direttore Generale Vittorio Munari, foto Rogers.

FONTE. Ritorno doppiamente amaro dal Galles per Vittorio Munariu, direttore generale del Benetton rugby, nel suo buen retiro a Fonte. Quando l’altra sera è rientrato a Treviso dopo la storica disfatta del Benetton a Swanse, in Celtic League, ha scoperto che i ladri avevano forzato la sua abitazione. I soliti ignoti avevano perso di mira la villetta, in posizione isolata appena fuori dal centro abitato, che il notissimo dirigente sportivo ha acquistato da pochi anni e che utilizza come oasi sotto il Grappa.

I ladri, che verosimilmente hanno agito nel weekend, hanno rubato il personal computer di Munari, ma la quantificazione del bottino è ancora in corso, come la valutazione dei danni prodotti dal raid.

Come se non bastasse la delusione per la storica sconfitta dei leoni, la seconda amarezza.

Munari, bassanese di nascita, ma cresciuto a Padova, ha scelto Fonte come “retiro”, un po’ per la vicinanza alla natia Bassano, molto per la bellezza del paesaggio: lì vicino abita il grande amico rugbista Chimenti, ex petrarchino, e nella fattoria di quest’ultimo Munari ha messo a dimora anche i suoi “mussi”, di cui parla con grande soddisfazione. E a Fonte, la sua seconda sponda trevigiana, invita spesso gli amici per grandi feste e banchetti.

Munari è il dirigente italiano di rugby più famoso nel mondo e da quasi 20 anni è anche il telecronista più popolare, per la sua verve, in grado di attirare anche il pubblico non specializzato. Mediano di mischia in gioventù (ha giocato anche a Casale), è stato allenatore vincente, guidando il Petrarca al leggendario ciclo tricolore degli anni ’80, poi ha intrapreso la carriera dirigenziale, in cui ha portato tutti i valori appresi dal padre spirituale Memo Geremia, all’Antonianum di Padova, scuola di vita prima che di formazione e di rugby. E non è la sola vittima illustre di questi giorni, nella Castellana, da parte delle gang specializzate. I soliti ignoti hanno infatti preso di mira, pochi giorni fa, a Riese, la casa del consigliere regionale Luca Baggio, big leghista del Veneto, braccio destro di Flavio Tosi e suo primo fan in provincia. In quella circostanza hanno razziato ori e gioielli di famiglia.

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