“Fontanassi” al posto del mais: il parco compra i terreni agricoli

Arrivano tre milioni dall’Unione europea per acquistare 60 ettari da rinaturalizzare anche con boschi Trattative sono in corso a Vedelago, Piombino Dese, Morgano, Quinto e Sant'Elena di Silea
Ferrazza Vedelago alberi caduti sorgenti del Sile
Ferrazza Vedelago alberi caduti sorgenti del Sile

TREVISO. Naturalizzare e riqualificare il Sile restituendo al fiume 60 ettari di terreno che sono gli stati tolti dall'uomo per l'agricoltura. A questo servirà il progetto “Life per il Sile” che è stato presentato ieri al Sant'Artemio. Un'operazione finanziata con 3 milioni di euro, provenienti per il 60 per cento dall’Unione europea e, per la restante parte, da Regione, Provincia e Bioprogramm, un'azienda privata specializzata in biotecnologie. Il contributo servirà ad acquisire numerose aree agricole private per ripristinarne la condizione originaria, nei punti di maggiore valenza ambientale lungo tutto il Sile.

Si tratta di un intervento senza precedenti per restituire al fiume parte di quanto gli è stato tolto a causa delle bonifiche e delle coltivazioni intensive. Azioni che hanno impoverito il sistema idrologico della zona facendo letteralmente collassare la fascia delle risorgive. Oggi infatti l'acqua fuoriesce di meno e, più a valle: c'è stato uno spostamento di 7 chilometri a est dei fontanassi.

Da qui al 2018 si lavorerà per riportare in luce le polle di risorgiva che sono state interrate dalle coltivazioni, per ripristinare i boschi planiziali, cioè le antiche foreste di pianura, e per valorizzare le specie autoctone di flora e fauna.

Le aree di intervento sono state già individuate e riguarderanno i comuni di Vedelago, Piombino Dese, Morgano, Quinto e Sant'Elena di Silea.

«Nel 2015 abbiamo preso contatti con i proprietari delle aree di maggior pregio naturalistico e abbiamo siglato i preliminari di vendita» spiega Nicola Torresan, presidente dell'Ente Parco Sile, «ora che c'è stata l'accettazione del progetto “Life per il Sile” procederemo a formalizzare con atto notarile le prime compravendite. Nei prossimi due mesi le aree saranno acquisite». I nuovi 60 ettari di polmoni verdi lungo il Sile diventeranno a tutti gli effetti proprietà dell'ente e godranno di una maggiore tutela ambientale all'interno dei 4.150 ettari che costituiscono il limite amministrativo del Parco del Sile. Al termine dell'iter burocratico per le acquisizioni si entrerà nel vivo della riqualificazione naturalistica.

«Per riottenere le aree umide si procederà ad allagare le zone, ripristinando i boschi acquatici con la piantumazione di ontani, farnie e querce, tipica vegetazione della pianura Padana», prosegue il presidente Torresan. Significativo sarà anche il ripristino dei fontanassi che negli anni sono stati coperti. Verranno fatti riemergere scavando il livello campagna e costantemente manutentati. Infine verranno messe a punto una serie di azioni per salvaguardare la biologia fluviale con un piano di contenimento del pesce siluro, del gambero killer della Louisiana e delle testuggini americane che hanno colonizzato il Sile. Ogni step del progetto sarà condiviso con i comuni interessati e verrà presentato ai cittadini attraverso degli incontri pubblici.

«Siamo soddisfatti che il progetto sia andato in porto», ha concluso Torresan, «già nel 2000 il parco era stato ammesso ai finanziamento comunitari ma, dopo aver ricevuto una parte del denaro, non aveva effettuato le operazioni nel tempo prestabilito. Una mancanza che aveva portato l'Ente Parco a perdere il contributo e ad essere inserito dall’Unione europea in una lista nera. Finalmente, dopo 15 anni, siamo entrati in una nuova fase».

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