Festa di San Liberale all’insegna dei negozi aperti

Chiusi i palazzi delle istituzioni, Comune, tribunale, Poste, a mezzo servizio gli sportelli bancari. Aperta la stragrande maggioranza dei negozi del centro, con il solito caos parcheggi. Complice anche il bel tempo, la città si è riempita di buon ora ieri mattina, giorno di festività per San Liberale. Ristoranti affollati a pranzo a cena, viavai nei negozi. Un giorno semifestivo, con i trevigiani desiderosi di non pensare alla crisi.
Code di biciclette in Restera e calici sollevati alle manifestazioni enologiche. Il ponte del 25 aprile - che a Treviso «sposa» anche la festa del patrono, San Liberale, celebrata ieri - ha segnato un «pieno» in centro. Se i più giovani si sono catapultati in spiaggia, dall’altro è servito ai cultori del gusto, dell’arte e della natura per dirigersi in provincia. In centro maggioranza dei negozi del centro è rimasta aperta. E ieri in Duomo si è celebrata la messa di San Liberale. Il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, ha celebrato con il vescovo Gianfranco Gardin, e i vescovi emeriti Magnani e Daniel.
«Professare con la bocca la nostra fede», ha detto Pizziolo nella sua omelia citando anche Giuseppe Toniolo, «indica che la fede comporta una testimonianza ed un impegno pubblici. Il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato. La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui. E questo “stare con Lui” introduce alla comprensione delle ragioni per cui si crede. La fede, proprio perché è atto della libertà, esige anche la responsabilità sociale di ciò che si crede.Questa è stata la fede di S. Liberale ed è stata, in modo straordinario, la fede di Toniolo. Questa è chiamata ad essere anche la nostra fede».
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