Febbre dengue, tre ricoveri all’ospedale di Treviso. L’allerta del primario: «Casi in aumento»

È arrivato nella Marca il virus, trasmesso dalle zanzare, che sta dilagando in Sudamerica. Giobbia: «Già dieci contagiati»

Valentina Calzavara
Febbre dengue, tre ricoveri all’ospedale di Treviso
Febbre dengue, tre ricoveri all’ospedale di Treviso

Tre persone ricoverate per dengue nell’ultimo mese all’ospedale di Treviso. Tutti viaggiatori internazionali di rientro da un soggiorno all’esterno con febbre alta, forti dolori alle ossa, mal di testa acuto e irritazioni della cute e agli occhi, causati dalla puntura di una zanzara infetta. Il fenomeno dengue sta dilagando soprattutto in Sudamerica, Asia e Africa, ma con i primi casi in Italia e in provincia di Treviso, sale l’allarme dell’Ulss 2, che inizia a distribuire i kit rapidi per i test.

COPPIA IN ISOLAMENTO

Gli ultimi due casi di dengue nella nostra provincia riguardano una coppia di mezza età, tornata nella Marca dal Brasile, ricoverata nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello e ora dimessa. «Da inizio anno abbiamo avuto una decina di casi di dengue, tre dei quali hanno avuto bisogno del ricovero per monitorare i sintomi, gli altri sono stati posti sotto osservazione al loro domicilio. Notiamo che il trend della dengue è in sensibile aumento su scala globale in queste ultime settimane, tanto che il livello di allerta si è alzato» commenta il dottor Mario Giobbia, primario delle malattie infettive di Treviso.

TEST IN CONSEGNA

In queste ore, anche all’Ulss 2 sono in fase di distribuzione i test rapidi per dengue che verranno forniti ai pronto soccorso, ai reparti infettivi e nelle aree mediche. «A livello sanitario stiamo mettendo in atto tutte le misure necessarie per tenere sotto controllo la situazione, individuando precocemente i casi di viaggiatori che contraggono la dengue e ne manifestano i sintomi al rientro» dice l’infettivologo Giobbia. Lo screening rapido consiste in un piccolo prelievo di sangue, utile a distinguere la sindrome influenzale dall’infezione di dengue nei soggetti a rischio, cioè in coloro che sono da poco rientrati da una zona del mondo dove è presente la febbre dengue. «Il test verrà letto dalla nostra microbiologia e, in caso di positività, verrà inviato un campione al laboratorio di Padova per la tipizzazione del sottotipo di dengue, dato che ne esistono quattro diversi genotipi e di diversa gravità» prosegue il primario.

SINTOMI E ALTRI VIRUS

Questo è il primo anno in cui la Regione Veneto ha disposto il controllo epidemiologico di dengue in aggiunta a West Nile, virus Zika e chikungunya. Nel frattempo, a bordo degli aerei che collegano il nostro Paese a Stati dove sono in corso dei focolai, vengono potenziate le disinfestazioni per scongiurare che zanzare infette a bordo dei vettori sbarchino in Italia. La febbre dengue è causata da quattro virus ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus che circola nel sangue per un minimo di due e un massimo di 7 giorni. In questo periodo, se una zanzara punge l’infettato, può prelevare il virus e trasmetterlo ad altre persone, fungendo così da vettore della malattia.

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