«Fattura elettronica e centri commerciali, chiudo bottega»

Dopo 60 anni abbassa le serrande a Ponte di Piave in centro storico il negozio di abbigliamento di Lucio Visentin. «Non vale più la pena» 

la storia

Dopo 60 anni di onorata attività chiude lo storico negozio di abbigliamento Lucio Visentin. Se ne va così, con un po' di tristezza, un'altra significativa pagina di Ponte di Piave. Era il lontano 1959 quando l'allora giovanissimo Lucio veniva assunto nella rivendita di stoffe ed abbigliamento di via Roma, gestita fin da fine Ottocento dalla famiglia Burei. Nel 1974 il primo salto di qualità con la gestione del negozio di vestiti San Tommaso sito in via Postumia, allora di proprietà dei grossisti di Treviso Galletti e Zanchetton. Attività che Visentin rilevò una decina di anni dopo. Nel 2000 la svolta con il trasferimento della rivendita nell'attuale sede e cioè nell'elegante ed ampio negozio di piazza Marco Polo, proprio nel cuore del centro storico del paese.

Qui Visentin ha potuto contare sulla validissima collaborazione della moglie Anna Maria Bincoletto, da poco scomparsa, e della figlia Cristina. La decisione di cessare l'attività è stata determinata non solo dalla carta di identità, ma soprattutto dall'impari concorrenza dei centri commerciali e dagli adempimenti burocratici sempre più stringenti. «Tra le cose a cui dovrei adattarmi», spiega Visentin, «ci sono la fattura elettronica ed cambio del registratore di cassa, innovazioni troppo complicate per una persona di una certa età abituata a lavorare in modo diverso».

Ma cosa è cambiato in questi 60 anni nel campo dell'abbigliamento? «Praticamente tutto, ormai i giovani acquistano il vestiario esclusivamente nei centri commerciali e, quasi sempre, nella giornata di sabato. E poi la qualità della merce di una volta era molto superiore a quella attuale. Dall'altro lato oggi i prezzi sono più contenuti».

Nel suo negozio quali erano gli articoli più richiesti? «Era una rivendita vecchio stampo, avevo capi da uomo e da donna, ma anche maglieria, intimo e merceria, ma di questi ultimi articoli non c'è neanche più richiesta».

Adesso, per forza di cose, il negozio di piazza Marco Polo svende tutto a prezzi molto appetibili. «Ma non svendo i bellissimi ricordi e le tante soddisfazioni che conservo», conclude Visentin. —

Alvise Tommaseo

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