Fallimento MyAir, creditori a secco

A vuoto il recupero beni nei confronti del commercialista Pompanin Dimai
Un aereo della compagnia low cost My Air
Un aereo della compagnia low cost My Air
 
Si affievoliscono le speranze dei creditori del fallimento MyAir di ottenere una garanzia a fronte del buco della compagnia aerea low cost. Il giudice aveva concesso un sequestro conservativo da 120 milioni, ma i tentativi di recuperare denaro e beni stanno andando a vuoto. Nell'udienza di ieri MyAir ha preso atto, dell'impossibilità di agire nei confronti del commercialista Luigi Pompanin Dimai.
 Ieri mattina in tribunale a Treviso, davanti al giudice Marica Loschi era prevista l'udienza di esecuzione mobiliare da parte del fallimento MyAir - la compagnia aerea low cost di Torri di Quartesolo - nei confronti del commercialista trevigiano Luigi Pompanin Dimai, 46 anni, titolare di uno studio in viale della Repubblica. L'udienza doveva servire a chiedere al giudice il «via libera» al sequestro e successivo pignoramento di eventuali depositi e titoli a lui riferibili presso Banca di Treviso e Banca della Marca Credito Cooperativo (filiale di Orsago). Gli istituti di credito in questione avevano però reso noto in precedenza di non avere rapporti col professionista trevigiano e conseguentemente di non avere conti a lui intestati. I legali che hanno agito per il fallimento My Air - il padovano Giovanni Borsetto e il trevigiano Paolo Gracis - hanno preso atto della situazione rinunciando all'iscrizione a ruolo della causa; in sostanza non hanno avviato un'azione che si sarebbe tradotta in una perdita di tempo vista l'inesistenza di beni su cui agire. Ieri mattina, pertanto, le parti non si sono presentate in udienza.  Epilogo analogo per quanto riguarda il procedimento esecutivo nei confronti di un altro ex dirigente My Air, Edgardo Badiali, già My Holding. Nulla di fatto, dunque, per quanto riguarda il «recupero» di beni mobili facenti capo ai due indagati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Vicenza. Per i creditori si riducono così le speranze di ottenere quei 120 milioni di euro stabiliti dal giudice a titolo di sequestro conservativo. Questo significa che se, in ambito penale, arrivasse una sentenza di condanna nei confronti dei vertici MyAir, non ci sarebbero i fondi per risarcire i creditori. C'è, questa sì, l'eredità del senatore Carlo Bernini, a cui i familiari hanno rinunciato proprio per evitare il pignoramento milionario. Si tratta però di un patrimonio di entità modesta che comprende la metà di un appartamento di Asolo e una vecchia Alfa 147. Beni che non possono garantire il raggiungimento dei 120 milioni di euro.

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