Fabbian “condannata” dalle azioni BpVi

L’azienda chiede il concordato, dimezza i dipendenti e da oggi avvia una svendita straordinaria per salvarsi dal tracollo
Di Davide Nordio
DeMarchi Castelminio Di Resana azienda Fabbian
DeMarchi Castelminio Di Resana azienda Fabbian

RESANA. Perdurante crisi dell'edilizia, ma soprattutto la pesante scoppola del deprezzamento delle azioni di Banca Popolare di Vicenza: sono queste le cause per cui la Fabbian, notissima azienda produttrice di sistemi dj illuminazione e lampadari di design, ha chiesto il pre-concordato preventivo al tribunale di Treviso. L’obiettivo è salvare una realtà nata 55 anni fa a Castelminio, distintasi per qualità di produzione grazie anche alla collaborazione con noti designer. In questi decenni è la prima volta che la Fabbian si trova a dover affrontare una grossa difficoltà di carattere economico, ma la volontà è di far rimanere alto il valore di questo marchio. Assistita dagli avvocati Giuliano Pavan e Cristina Mattei di Treviso, con l'assistenza tecnica dei commercialisti Giuliano Giacomazzi e Marta Verdusco ora avrà tempo fino al 27 gennaio prossimo per la presentazione del piano e della proposta di concordato in continuità, giudice delegato il dottor Gianluigi Zuliani e commissario giudiziale il dott. Mario Toso. Lo scorso giugno Fabbian spa ha affidato al socio di maggioranza Fabbian srl la gestione interinale dell'azienda, attraverso un contratto di affitto e la liquidazione del magazzino attraverso un contratto estimatorio. E proprio oggi inizia una grande svendita promozionale con sconti fino all'80 per cento nei due punti vendita di Castelminio (sede produttiva) e Padova. Nel frattempo è stata salvata metà dei cinquanta dipendenti. Ora ne sono rimasti venticinque, per gli altri funzionano gli ammortizzatori sociali e gli incentivi all'esodo grazie all'accordo con i sindacati mediato da Unindustria Treviso. Dimezzato anche il fatturato annuo, che nel periodo più florido era arrivato a quasi 16 milioni di euro all’anno. Una conseguenza della crisi dell'edilizia scoppiata nel 2008, che a ricaduta ha colpito anche tutto il settore dei complementi d'arredo: per la Fabbian questo ha voluto dire veder ridotti sempre di più i margini di guadagno, pur continuando a investire in innovazione di prodotto. Ma è lo scorso anno che arriva la mazzata e anche qui non c'è alcuna responsabilità diretta della gestione dell'azienda: stiamo parlando infatti della vicenda che riguarda

Banca Popolare di Vicenza, di cui la Fabbian Illuminazione era correntista e azionista per circa ventimila azioni, 19 mila 760 per l'esattezza. Un tesoretto che da un momento all'altro a bilancio da 948 mila euro crolla a 124 mila. L'azienda ora mette sul piatto anni di eccellenza e solidità per uscire da questo empasse che finora ha tentato in tutti i modi di arginare: ha trovato un soggetto terzo disposto a far affluire capitali freschi, mentre si concentrerà sullo sviluppo di nuovi mercati all'estero e scommetterà maggiormente sull'e-commerce. Ora si attende il piano definitivo.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso