Fabbian “condannata” dalle azioni BpVi

RESANA. Perdurante crisi dell'edilizia, ma soprattutto la pesante scoppola del deprezzamento delle azioni di Banca Popolare di Vicenza: sono queste le cause per cui la Fabbian, notissima azienda produttrice di sistemi dj illuminazione e lampadari di design, ha chiesto il pre-concordato preventivo al tribunale di Treviso. L’obiettivo è salvare una realtà nata 55 anni fa a Castelminio, distintasi per qualità di produzione grazie anche alla collaborazione con noti designer. In questi decenni è la prima volta che la Fabbian si trova a dover affrontare una grossa difficoltà di carattere economico, ma la volontà è di far rimanere alto il valore di questo marchio. Assistita dagli avvocati Giuliano Pavan e Cristina Mattei di Treviso, con l'assistenza tecnica dei commercialisti Giuliano Giacomazzi e Marta Verdusco ora avrà tempo fino al 27 gennaio prossimo per la presentazione del piano e della proposta di concordato in continuità, giudice delegato il dottor Gianluigi Zuliani e commissario giudiziale il dott. Mario Toso. Lo scorso giugno Fabbian spa ha affidato al socio di maggioranza Fabbian srl la gestione interinale dell'azienda, attraverso un contratto di affitto e la liquidazione del magazzino attraverso un contratto estimatorio. E proprio oggi inizia una grande svendita promozionale con sconti fino all'80 per cento nei due punti vendita di Castelminio (sede produttiva) e Padova. Nel frattempo è stata salvata metà dei cinquanta dipendenti. Ora ne sono rimasti venticinque, per gli altri funzionano gli ammortizzatori sociali e gli incentivi all'esodo grazie all'accordo con i sindacati mediato da Unindustria Treviso. Dimezzato anche il fatturato annuo, che nel periodo più florido era arrivato a quasi 16 milioni di euro all’anno. Una conseguenza della crisi dell'edilizia scoppiata nel 2008, che a ricaduta ha colpito anche tutto il settore dei complementi d'arredo: per la Fabbian questo ha voluto dire veder ridotti sempre di più i margini di guadagno, pur continuando a investire in innovazione di prodotto. Ma è lo scorso anno che arriva la mazzata e anche qui non c'è alcuna responsabilità diretta della gestione dell'azienda: stiamo parlando infatti della vicenda che riguarda
Banca Popolare di Vicenza, di cui la Fabbian Illuminazione era correntista e azionista per circa ventimila azioni, 19 mila 760 per l'esattezza. Un tesoretto che da un momento all'altro a bilancio da 948 mila euro crolla a 124 mila. L'azienda ora mette sul piatto anni di eccellenza e solidità per uscire da questo empasse che finora ha tentato in tutti i modi di arginare: ha trovato un soggetto terzo disposto a far affluire capitali freschi, mentre si concentrerà sullo sviluppo di nuovi mercati all'estero e scommetterà maggiormente sull'e-commerce. Ora si attende il piano definitivo.
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