Export radicchio, occhio alle frodi

Il presidente di Coldiretti smorza gli entusiasmi del convegno
ZERO BRANCO. «Ben vengano i mercati esteri, ma battaglia alle frodi». Si può riassumere così il pensiero di Walter Feltrin, presidente di Coldiretti Treviso, a margine del convegno sul futuro del radicchio andato in scena lunedì mattina nella sede di Opo Veneto (Organizzazione Produttori Ortofrutticoli) a Zero Branco con gli interlocutori della filiera. Feltrin, di fronte all'apertura ai mercati statunitensi sperata sotto più forme dal consorzio di tutela del radicchio rosso di Treviso e del variegato di Castelfranco Igp, predica cautela e soprattutto trasparenza. «Serve fare cultura, perchè tardivo e precoce sono due prodotti diversi e all'estero, Stati Uniti compresi, spesso ci si avvicina alla frode. Passa per radicchio di Treviso tutto quello che ha foglia rossa, ma così non è» spiega Feltrin, «il marchio di Treviso è spesso abusato, con l'immagine del tardivo fin troppo speculata. L'appello è alla trasparenza, utilizzando la denominazione completa prevista dal disciplinare, altrimenti i furbetti continueranno ad andare a nozze». Radicchio di Treviso precoce da una parte e tardivo dall'altra, insomma, anche nelle immagini, con un'indicazione che Coldiretti rivolge poi ai consumatori. «Bisogna capire che i due prodotti hanno una stagionalità diversa, non è un caso se il precoce, meno pregiato, si chiama così» spiega ancora Feltrin, «tra una quindicina di giorni il precoce non ci sarà più a terra, se i consumatori lo trovano sui banchi si chiedano come mai. Può anche essere conservato con metodi particolari, ma comunque non oltre qualche settimana dalla raccolta».
(a.b.v.)


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