Ex Sile Caldaie di Casier, allarme amianto, il tribunale ordina la bonifica urgente

L’immobile è stato messo all’asta, ma sul tetto ci sono lastre sbriciolate Fibre libere rilasciate nell’atmosfera. Il sindaco Carraretto contatta il curatore
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO SILE CALDAIE IN VIA S. ANTONINO,41
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO SILE CALDAIE IN VIA S. ANTONINO,41

CASIER. Sul tetto di due capannoni dell’ex Sile Caldaie, non distanti dal centro abitato di Casier, 5.900 metri quadrati di Eternit si stanno sfaldando, rilasciando in atmosfera fibre libere di amianto, pericolosissime per la salute dell’uomo. Lo scrive il consulente tecnico del Tribunale di Treviso nella relazione per la vendita all’asta del complesso (la società proprietaria, Basitaly, è fallita a ottobre dell’anno scorso), chiedendo un intervento urgente per mettere in sicurezza il luogo. 

«bonifica urgente». La prima preoccupazione è per gli operai, che nonostante il fallimento di Basitaly stanno continuando a lavorare nei capannoni di Casier grazie all’esercizio provvisorio concesso alla società. «Lo stato del manto di Eternit non si trova in buone condizioni - recita il documento del Tribunale - si è in presenza di sfaldamento superficiale con moderato rilascio di fibre libere in atmosfera. Il fenomeno non interessa gli ambienti di lavoro essendo le volte degli shed in latero cemento internamente intonacato. Il curatore si è attivato per richiedere preventivi a ditte specializzate e abilitate al trattamento dell’amianto».

La bonifica, a carico del futuro proprietario, non costerà meno di 273 mila euro, ma non è detto che in tempi rapidi si trovi un compratore dell’area. Vista l’urgenza, «se la vendita non dovesse aver luogo nell’anno corrente - scrive ancora il Tribunale - sarà la Procedura a farsi carico dell’intervento». Del problema è stato informato anche il sindaco di Casier, Renzo Carraretto: «Ho preso contatti con il curatore fallimentare dell’area per studiare insieme il percorso. Al momento non ci sono pericoli per la popolazione, ma la volontà è di risolvere la questione il prima possibile. In questo siamo disponibili a velocizzare le procedure. A prescindere da chi comprerà l’area, chiederò che sia data la priorità alle richieste espresse da Comune e cittadini».

gli scenari. Quella della Basitaly, ex Sile Caldaie, è una situazione paradossale: azienda fallita, capannoni all’asta ma lavoratori che continuano a portare avanti la produzione del marchio. Il curatore fallimentare ha prospettato tre diversi scenari. Il primo è la vendita contemporanea degli immobili e del marchio al medesimo soggetto, in grado quindi di continuare l’attività produttiva. L’alternativa è la vendita soltanto del complesso immobiliare, con Basitaly che in esercizio provvisorio (o con un altro acquirente) continua a operare nei locali finiti all’asta, a fronte di un affitto da pagare al futuro proprietario. La terza ipotesi, infine, prevede la vendita dell’intero compendio immobiliare a un soggetto interessato all’immediata utilizzazione solo delle parti secondarie del complesso, con un canone di locazione ridotto a carico di Basitaly. 

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