Ex Maber buona la prima Il nuovo hub è tecnolgico Vaccinati in trenta minuti

Tre vax-point in uno: buona la prima. All’ex Maber di Villorba da ieri è attivo il nuovo hub vaccinale high tech predisposto dall’Ulss 2 Marca Trevigiana. L’entrata in funzione del servizio si archivia con la soddisfazione generale degli utenti e degli organizzatori. Se nei prossimi giorni si procederà con questi ritmi, e con questa efficienza, le lunghe code delle ultime settimane e saranno solo un lontano ricordo.
Il salto di qualità nell’organizzazione e il salto “di scala” sono evidenti fin dall’ingresso. La Maber, in via della Cartiera a Castrette di Villorba, a due passi dal quartier generale di Benetton, era un’azienda del settore illuminotecnico. Fallita nel 2012, la sua “avveniristica” sede, in un’area complessiva di 50 mila metri quadrati, è stata acquistata circa due anni fa dal gruppo Progest dell’imprenditore Bruno Zago, che opera nel settore della carta riciclata e che l’ha messa a disposizione gratuitamente per la campagna vaccinale.
La struttura complessivamente è grande quasi come un piccolo aeroporto e mutua proprio da quella dimensione una rigida organizzazione di check-in, “imbarco” e controllo “passaporti”.
Si entra, in auto, da sud e si viene smistati nelle ampie aree parcheggio disposte su più livelli. L’area di operatività (5700 metri quadrati) è tutta al piano terra. Si entra nella prima hall, sfilando in coda a serpentone e superando infine un termoscanner. Gli “steward” invitano ad inserire la propria tessera sanitaria all’interno di uno dei 4 totem digitali presenti all’ingresso, prima della sala d’attesa. Il sistema qui rilascia un ticket. Se gli utenti provano a fare i furbetti, presentandosi prima dell’orario di prenotazione (cosa che secondo molti ha causato le fastidiose code dei giorni scorsi), vengono riconosciuti e invitati ad aspettare il loro turno. Ci sono 20 minuti di tolleranza.
Si attende seduti il proprio turno (250 i posti), arriva la chiamata, il proprio numero appare sullo schermo e si entra in un’altra sala, dove sono disposte in linea 14 postazioni di accettazione. Da qui si passa all’anamnesi, con oltre 25 postazioni dove medici intervistano gli utenti per stabilire il passo successivo. Pfizer, Moderna, Astrazeneca: nei 15 moduli retrostanti scatta la somministrazione. Arrivano le ultime due fasi: l’osservazione, in un’area ad hoc (altri 250 posti) che comprende anche distributori automatici di cibo e bevande, e il ritiro del certificato vaccinale, con cinque ultime postazioni.
È qui che ieri mattina si sono registrati gli unici disagi, segnalando dunque ai tecnici dell’Ulss un fronte dove intervenire in vista dei prossimi giorni: «Questo è stato l’unico punto dove si sono formate un po’ di code, attiveremo pertanto altre quattro postazioni» precisa da subito il direttore dell’azienda sociosanitaria Francesco Benazzi, durante la sua ispezione in loco. L’ingente dispiegamento di risorse (una sessantina di personale Ulss tra medici, infermieri e assistenti sanitari, 40 volontari, un’altra ventina di amministrativi) è ripagato: «Questo primo giorno per noi» commenta Benazzi «era un po’ la prova del fuoco. È una sensazione bellissima non vedere code: la gente riesce nel giro di mezz’ora a fare tutto. Ringrazio tutti i nostri operatori, i volontari della protezione civile e del Rotary, ringrazio anche Asco Tlc che ha posizionato la fibra, sta funzionando bene, mi fa un enorme piacere».
Nelle prime 4 ore ieri sono stati vaccinati circa mille trevigiani. Si punta ad aumentare il ritmo: «Se, come speriamo» conclude il direttore «arrivano vaccini, possiamo arrivare, con un lavoro 24 ore su 24, a 10 mila somministrazioni al giorno. Questa struttura consentirà anche di alleggerire la pressione sul vax-point di Ponte di Piave». —
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