Ex Equitalia di Montebelluna: invalida, chiede di saltare la coda «Non si può, vada a Treviso»

Montebelluna. Il caso è scoppiato nell’agenzia di riscossione ex Equitalia. Per la direzione la corsia preferenziale per disabili è prevista solo nel capoluogo

MONTEBELLUNA. Corsia preferenziale per gli invalidi? Solo a Treviso, non nella sede periferica di Equitalia a Montebelluna. Così si è sentita rispondere una donna, con invalidità all’85%, che doveva fare una pratica alla sede montebellunese di Equitalia.

È aperta due volte alla settimana, si prende il numeretto e ci si mette in paziente attesa del proprio turno. Ma come si sa negli uffici pubblici sono previste corsie preferenziali per determinate categorie. Non però nella sede montebellunese di Equitalia in via Buzzati. Di fronte alle richieste di spiegazione e dopo una telefonata al responsabile della sede centrale provinciale, ha sentito dire ad alta voce che c’era una signora con invalidità che chiedeva di passare avanti e se tutti erano d’accordo.

Si è sentita cascare il mondo addosso. «Non è possibile una cosa del genere – dice R.P., la donna al centro del caso – sentirsi dire che se una persona ha una forte invalidità per usufruire della corsia preferenziale deve recarsi a Treviso perché a Montebelluna non è prevista. Io ho una invalidità superiore all’85% e mi sono sentita rispondere così quando, di fronte alla prospettiva di attendere quattro ore, ho chiesto se non c’era una corsia preferenziale per chi ha un’invalidità rilevante».

Quello che è accaduto dopo la richiesta di parlare con il responsabile provinciale è stato anche peggio. «L’operatrice ha telefonato a Treviso e alla fine ha detto ad alta voce, davanti a una quarantina di persone, che c’era una signora invalida che chiedeva di passare davanti e se tutti erano d’accordo – prosegue R.P. – ma come è possibile, dove sta la privacy di fronte a una uscita del genere, dove sta il rispetto? Non sono in carrozzina e la mia invalidità non si vede, ma ho una invalidità oltre l’85% ed è stata sbandierata davanti a tutti».

A quel punto la signora ha chiesto di parlare lei al telefono col responsabile provinciale e gli ha fatto le rimostranze sia per la mancanza di una corsia preferenziale nella sede di Montebelluna sia per l’imbarazzante scena accaduta un minuto prima. «Alla gente ho spiegato io la mia situazione e ho detto che volevo solo esercitare un diritto ma a quel punto ho precisato loro che non sarei passata davanti a nessuno e avrei atteso il mio turno come se non avessi alcuna invalidità. Però il problema lo voglio sollevare in modo che non accada più, perché, al di là del caso che mi è capitato, non è ammissibile che chi ha una invalidità e abita a Montebelluna debba recarsi a Treviso se vuole usufruire della corsia preferenziale».


 

Argomenti:disabili

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso