Evasione, a processo l'imprenditore Bado
L'accusa allo stilista: sottrazione di scritture contabili, tasse non pagate. «Buco» di 2 milioni?

Un primo piano di Alessandro «Bad» Bado, a destra una sua sfilata del 2004, col marchio Broke
Lo stilista Alessandro Bado, più noto come Bad Bado, protagonista di eventi e feste della movida e della moda trevigiana e nazionale, è finito alla sbarra, di fronte ai giudici del Tribunale di Treviso. Ieri mattina - ma lui non c'era, in aula - è cominciato il processo a suo carico, per aver sottratto le scritture contabili mai trovate dalla commercialista Alessandra Gazzola, curatrice fallimentare della «The Family srl», chiusa dai giudici a maggio 2008. Con un «buco», secondo quanto ipotizzato dalla Procura, sui 2 milioni di euro. E Bado, difeso dall'avvocato Mauro Bosco, è accusato di non aver versato l'imposta sul valore aggiunto, per un totale di 419.869 euro. Lo stilista e imprenditore, 43 anni, non c' era ieri in aula. E' accusato in quanto presidente della società oramai fallita «The Family srl», che aveva sede a Silea in via Galilei 13 e che gestiva il marchio «Broke», un brand di urban street wear esploso nel mondo fra anni 90 e Duemila, con testimonial illustri, echi nella cultura rap e negozi monomarca. Deve rispondere delle stesse accuse anche un altro componente del cda, Gian Paolo Fattori, 42 anni, trevigiano, difeso dal legale Massimo Scantamburlo. Bado è personaggio notissimo, non solo in città. Il corpo ricoperto di tatuaggi, ovunque o quasi. Sulle dita è marchiato con l'inchiostro il nome con cui oramai tutti lo conoscono «King Bado». Celebre il suo amore per le auto: lo si vedeva scorrazzare per il centro con il suo voluminoso e «ingombrante» Hammer nero, o la più canonica Cadillac d'epoca. Personaggio poliedrico ha saputo tradurre la sua vena creativa in un'idea imprenditoriale. Prima fondando, nel 1994, con Enrico Saggia e Stefano Iezzi la casa di moda giovanile Broke: un must per i giovani. Marchio iniziale «Boy'z'one», per un'omonimia con una boyband irlandese. Ma poi nasce Broke, che si imposto così velocemente nel mercato da costringere i ragazzi a trasferirsi dallo scantinato ad una sede più grande a Silea. E decolla «The family srl» appunto. Un exploit commerciale fulmineo: passerelle feste ed eventi in tutto il mondo. Un'ascesa rapidissima che portò Bado & Co a fatturare cifre da capogiro, fino a picchi di 6 milioni. Prima - e tragica - battuta d'arresto la morte nel 2006 del socio Stefano Iezzi, per un ictus che non gli lasciò scampo. Due anni dopo il fallimento di «The Family srl», il 23 maggio 2008. Quando si cade dalla bici, il segreto è risalire immediatamente in sella: Bado prova così a lanciare una nuova linea di abbigliamento «Daddy B», mettendosi alla guida di una nuova società la Dia Srl di Marghera con cui prende in licenza il marchio Broke e apre un altro «Broke shop» in città, in via Manin. Nel frattempo, per Bado anche un'«esperienza» politica: si candida a consigliere alle comunali 2008 nella lista Trevisoviva di Mirella Tuzzato. Ora il re della moda giovanile e della movida fa i conti con la giustizia: prossima udienza il 29 settembre.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video