Eredità Bernini, la famiglia rinuncia
La moglie e i figli di Carlo Bernini hanno rinunciato all'eredità del senatore. E, in questo modo, hanno scongiurato un sequestro conservativo di beni da 120 milioni di euro autorizzato dal giudice in relazione al crac My Air.

Il fallimento della compagnia aerea low cost dovrà dunque bussare alle porte degli altri amministratori della società finiti sotto inchiesta.
L'ex ministro dei Trasporti, ex governatore della Regione Veneto ed ex presidente della compagnia aerea My Air morto la notte di Capodanno all'ospedale di Castelfranco, ha lasciato ai familiari un'eredità decisamente contenuta.
Ai figli
Monica
,
Edoardo
e
Ludovico
e alla moglie
Angela Riboni
è toccata infatti la metà di un appartamento di Asolo e poco di più. Sicuramente non la casa in cui Carlo Bernini viveva, sempre ad Asolo, perché lì era in affitto.
Contabilizzando i beni dell'eredità, dunque, risultava una cifra che rappresenta una briciola dei 120 milioni di euro stabiliti dal giudice vicentino
Antonio Picardi
a titolo di sequestro conservativo a favore dei creditori del crac My Air.
Fallimento per cui il senatore era finito sotto inchiesta in qualità di presidente della società.
Un elemento, quello del sequestro incombente, che ha sicuramente pesato sulla decisione della famiglia di Bernini di rinunciare all'eredità.
In quanto eredi, infatti, i parenti sarebbero diventati automaticamente destinatari del provvedimento conservativo che ha già interessato i componenti del cda e dei collegi sindacali di My Air.
E con quanto lasciato dal senatore - di fatto una vecchia Alfa 147, scrivono i suoi legali nella memoria, facendo riferimento neppure troppo ironicamente al veicolo intestato a Bernini - non avrebbero potuto accontentare neppure il più piccolo creditore del crac.
All'atto di rinuncia da parte dei Bernini è seguito quello di opposizione al sequestro, firmato dagli avvocati
Massimo Malvestio
e
Paolo Corletto
di Treviso.
L'istanza è stata accolta dalla magistratura berica e lo scorso 19 aprile il giudice ha revocato il sequestro.
Il caso My Air, per la famiglia del senatore, è pertanto chiuso. Resta aperta, invece, l'inchiesta della Procura di Vicenza sul crollo della compagnia low cost di Torri di Quartesolo che - dopo la revoca della licenza per gravi disservizi della società - aveva lasciato 215 milioni di debiti, 160 mila biglietti venduti, ma non utilizzati e falsi in bilancio per circa 700 milioni di euro. Le ipotesi di reato formulate dal sostituto procuratore
Marco Peraro
sono quelle di truffa e di bancarotta fraudolenta.
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