Electrolux, più lavoro per l’indotto

Tremila addetti di circa 200 aziende esterne operano per la multinazionale. I sindaci: «L’accordo rilancia tutta l’economia»
Di Francesco Dal Mas
susegana zanussi electrolux
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CONEGLIANO. Altro che Fiat della Marca. Electrolux è molto di più e l’accordo sottoscritto la settimana scorsa a Palazzo Chigi, alla presenza del premier Matteo Renzi, ha davvero salvato un’intera economica. Dunque, la multinazionale del freddo dà lavoro, nei 4 stabilimenti italiani del gruppo (Porcia, Susegana, Forlì e Solaro) a poco più di 6 mila persone. Ma l’indotto, interno ed esterno, può essere calcolato in altri 16 mila, forse 17 mila lavoratori. A Susegana i dipendenti sono 1180. Gli addetti alle industrie esterne, alle ditte artigiane e ai servizi che operano per conto della multinazionale svedese sono più di 3 mila, forse 4 mila addirittura. Si calcola che le ditte siano almeno 200. Non è finita. Tra i frigo di Susegana si muovono almeno altri 250 fra manutentori, tecnici informatici, personale di mensa, soci delle cooperative di pulizia. «Un ridimensionamento della fabbrica, come si temeva all’inizio di questa vertenza, con una produzione ridotta a poco più di 500 mila frigo l’anno, sarebbe stato disastroso – ammette Vincenza Scarpa, sindaco di Susegana – e nei nostri municipi avremmo avuto la fila di quanti avrebbero cercato di farsi la borsa della spesa». Domenica scorsa, a Conegliano e a Santa Lucia, si sono tenute le assemblee dei soci rispettivamente di Banca Prepalpi e di Banca della Marca. I responsabili dei due istituti, Carlo Antiga e Gianpiero Michielin, hanno riconosciuto che i loro risparmiatori e gli investitori – se ne conto più di 12 mila fra le due banche – hanno tirato un grosso sospiro di sollievo alla notizia che la vicenda Electrolux si sarebbe conclusa positivamente, mantenendo le produzioni a Susegana (salvo 50 mila frigo in trasferimento nello stabilimento ungherese) e, in parte, anche a Porcia. Anzi, per quanto riguarda il presidio trevigiano l’obiettivo è di far risalire la produzione dai 730 mila pezzi di oggi, a 850 mila, quindi addirittura 100 mila frigoriferi in più. Gli addetti interni probabilmente non aumenteranno, ma l’indotto sì. «Ci auguriamo che nel frattempo il settore del mobile esca dal tunnel della crisi – sospira Fiore Piovesana, imprenditore di Confindustria che opera nel comparto, dirige Camel Group – perché le opportunità per Electrolux e le altre industrie della filiera aumenterebbero ben oltre le potenzialità dell’Ikea, oggi il grande punto di riferimento della multinazionale svedese». Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia, si dice più che soddisfatto dell’intesa, «ma adesso – sbotta – dobbiamo darci da fare, come istituzioni, per accompagnare il consolidamento sul territorio della nostra Fiat. Non può essere, ad esempio, che la Provincia non batta un colpo sulla viabilità di adduzione al casello autostradale di Santa Lucia che consentirebbe ad Electrolux, oltre che a tante altre imprese, di ridurre ulteriormente i costi del trasporto».

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