«È tutto un equivoco Le nostre visite andranno avanti»

Stupore, per una denuncia «di cui non ho avuto ancora una copia e già circola». Rabbia, «per una tempesta nata solo da un equivoco». La certezza «di non aver mai abusato né della professione medica né di documenti altrui».
Sara Salvadori, naturopata, è accusata con il marito di concorso in esercizio abusivo di professione medica continuato, e falsità materiale. Ma lei non ci sta.
Le accuse mosse nei vostri confronti sono pesanti. Che risponde?
«Innanzitutto risponderò quando avrò contezza di quanto mi viene contestato. So che c’è una denuncia, ma non l’ho letta, non so quali siano le accuse. Mi spiace constatare che in una vicenda simile ci sia prima l’informazione pubblica di quella privata. Ad ogni modo sono pronta a chiarire, però attenzione, questi sono tempi di caccia alle streghe in termini di salute e scelte terapeutiche, bisogna stare bene attenti a ciò di cui si parla».
I carabinieri e la procura contestano che abbiate lavorato da medici, senza esserlo. Che risponde?
«Quello che posso dire è che io sono una naturopata, e non mi sono mai spacciata per qualcosa di diverso da questo. E mio marito è stato un osteopata e kinesiologo, e ha sempre lavorato come tale fino alla pensione. Ora mi dà solo alcune consulenze».
Nell’indagine si parla di un ricettario intestato a un medico dal quale venivano staccate ricette e impegnative che lui però non avrebbe mai firmato. I carabinieri e una testimone lo riconducono a voi. Come lo spiega?
«Questa vicenda è frutto di un grande equivoco. E in questi tempi di caccia alle streghe in termini di sanità, è bene stare molto attenti a come vengono gestite certe situazioni. Quanto successo è frutto di un enorme fraintendimento».
Si, ma le ricette su carta intestata del medico?
«Io con il medico in questione ho collaborato fino ad alcuni anni fa. Lui è un ottimo professionista, e io offrivo la mia competenza in naturopatia laddove vi fossero pazienti interessati. Lui li inviava a me con delle ricette, e alle volte io inviato dei miei pazienti a lui per delle cure. Di qui la confusione nell’attribuire le ricette».
Però c’è anche la contestazione di timbri e firme falsificate. Su questo cosa risponde?
«Il medico in questione aveva subìto alcuni furti in passato, non so se il timbro possa essere sparito in quell’occasione, di certo non c’è alcuna relazione con noi. Noi qui non facciamo ricette, non siamo medici».
Naturopatia anche con i malati oncologici?
«Beh, chiariamoci, non è vietato. Ogni persona è libera di rivolgersi alla soluzione che ritiene più opportuna. C’è chi sceglie la medicina ufficiale, chi per alcune cose preferisce la naturopatia. Ma qui nessuno è un ciarlatano. Nessuno si spaccia per medico o punta a sostituirsi a un medico. A ciascuno il proprio ambito. Noi lavoriamo seriamente come abbiamo sempre fatto. L’ambulatorio è qui in casa, e l’abbiamo organizzato per lo scopo. Come fanno in tanti».
Continuate a fare visite?
«Io continuo, certo, sono una professionista e non vorrei che in tutta questa vicenda si confondessero le acque danneggiando una immagine».
Che si aspetta ora dall’inchiesta?
«Che si chiarisca quello che considero un equivoco, ribadisco. Io ho fiducia che tutto possa rientrare nei ranghi. Stiamo parlando di una vicenda di un anno fa. I carabinieri sono venuti alla fine dell’anno scorso a perquisire lo studio e non c’è stato altro da dire. Parliamo di un caso, una segnalazione fatta da una persona probabilmente caduta in un equivoco, abbiamo la coscienza a posto.». —
F.D.W.
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