Dono di Cadel in ricordo del figlio

La storia di Beppino, sopravvissuto al trapianto e al terribile lutto

SANTA LUCIA DI PIAVE. Ci sono gesti di generosità dietro ai quali si nascondono storie che solo in pochi conoscono. Storie che non possono lasciare indifferenti. Quella Beppino Cadel e della sua famiglia è la storia del dolore più grande che un padre possa provare, trasformato in un altruismo senza confini. La vita di suo figlio è stata spezzata dall’incidente stradale dell’8 marzo 2003. Andrea Cadel non aveva ancora compiuto 18 anni quel sabato sera in cui è stato sbalzato da un’auto mentre era in sella al suo motorino a Santa Maria del Piave, lungo la Colonna. L’automobilista lo investì, gettandolo nella «Piavesella» che costeggia la strada e il suo corpo venne trascinato dalla corrente. Quando è successa la tragedia papà Beppino, nato con il cuore a destra e affetto da una cardiopatia complessa, da soli 15 giorni era in lista di attesa per un trapianto. La morte di Andrea è stata per lui, che allora aveva 52 anni, un duro colpo: quel figlio, che lo aveva assistito e aiutato in gesti semplici, diventati per lui impossibili - come allacciarsi le scarpe - non c’era più. Andrea, giovane, allegro e solare, se ne era andato prima di lui, che rischiava la vita a ogni minimo sforzo e che oggi sta bene, nonostante il complicato trapianto avvenuto nel 2004. Un destino atroce che Beppino Cadel, sua moglie e sua figlia hanno deciso di trasformare in amore per gli altri. In nome del loro Andrea, che giocava a calcio con il Santa Lucia, è stata istituita una borsa di studio e dal 2003, ogni anno, si tiene il «Memorial Cadel», il cui ricavato viene destinato ai meno fortunati. Ieri i genitori del giovane hanno donato quattro lettori dvd, un computer portatile e un tablet al reparto di pediatria dell’ospedale di Conegliano, diretto dal primario Gian Paolo Chiaffoni. «Il ricavato dei tornei è sempre stato devoluto in beneficenza», sottolinea Beppino Cadel, «Le donazioni fatte nel corso degli anni, anche grazie al contributo degli sponsor, sono state importanti e mirate a soddisfare bisogni reali dei destinatari. Quest’anno abbiamo deciso di acquistare alcune apparecchiature informatiche per il reparto di pediatria. Andrea era un ragazzo solare e gioioso, mi rende felice l’idea di poter contribuire, grazie a lui, a migliorare la degenza in ospedale di bambini e ragazzi malati». Andrea era un ragazzo dolce: «Mi diceva di non preoccuparmi, che in caso di necessità, mi avrebbe fatto lui il massaggio cardiaco». Per Beppino il suo sostegno non è venuto meno con la morte. «Tutto ci fa credere che c’è una regia, in tutte le vicissitudini Andrea ci guidava», spiega. Con Andrea Beppino avrebbe voluto giocare una partita a calcio, gliel’aveva promesso. La vita, però, non glielo ha concesso. Ora, grazie a lui e al Memorial, i piccoli malati di pediatria possono rimanere in contatto con le loro mamme e papà. (r.z.)

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