Disastro di Refrontolo, il Molinetto riapre a Natale

REFRONTOLO. Riaprire il Molinetto della Croda per la Mostra dei Presepi, che dovrebbe essere inaugurata il 7 dicembre: è questo l’obiettivo che si è dato il Comune. Il tempo stringe, e ogni giorno porta in dote qualche problema in più: un muretto da mettere in sicurezza, una strada che sta cedendo, un principio di frana. L’ultima (sgradita) sorpresa in ordine di tempo sono le certificazioni collegate agli impianti di luce, acqua e riscaldamento del Molinetto (che devono essere tutti rifatti): hanno fatto lievitare i preventivi di spesa del 30 per cento. Domani, per la prima volta dalla tragedia del 2 agosto, la sindaca Loredana Collodel relazionerà in consiglio comunale (20.30 in municipio) sul crono programma da rispettare per riaprire al più presto, in condizioni di sicurezza, il Molinetto della Croda.
I lavori urgenti. «Ora ci stiamo concentrando sull’impianto elettrico» spiega la Collodel «servono preventivo e certificazioni. I fondi che abbiamo non bastano: ne chiederemo altri, le sole certificazioni e la messa a norma degli impianti richiedono un 30 per cento di spesa in più. Finora abbiamo chiesto 259 mila euro, e la Regione ha fatto la sua parte». L’onda del Lierza, la notte del 2 agosto, ha lasciato al buio il Molinetto, e scardinato ogni impianto preesistente: «Cerchiamo di ripristinare tutto per la Mostra dei Presepi, al limite potremmo aprire solo alcuni locali». Non c’è, ovviamente, solo il Molinetto: «Come Comune dobbiamo occuparci anche dei guard rail divelti dall’onda, e della messa in sicurezza delle strade». E ancora non basta: «Poi ci sono tutti i danni dei privati, ancora non rendicontati. E la sistemazione delle frane attorno all’area: via Vernaz, via Mire, Costa Bavera».
Le risorse. I quattro paesi colpiti dalla “bomba d’acqua” di agosto (Refrontolo, Cison, Tarzo e Pieve) si sono spartiti un milione di euro messo a disposizione dalla Regione (ma sottoposti al Patto di stabilità, finché il governo non riconoscerà lo stato di calamità naturale). Un’altra fetta di contributi è destinata invece agli enti sovra comunali, come il Genio Civile: tre milioni di euro, stanziati sempre da Venezia, per la pulizia dei torrenti e il rinforzo degli argini. A Refrontolo 200 mila euro andranno per lavori lungo l’alveo del Lierza, 52 mila per “interventi di ricomposizione dissesti” (sistemazione delle frane), altri 100 mila per il ripristino della sezione idraulica e delle difese spondali, e per il consolidamento dei versanti del torrente.
I fiumi. È proprio nei tre milioni di euro messi a disposizione dalla Regione che si gioca la partita più importante, perché quei soldi serviranno al Genio Civile per prevenire futuri disastri. I torrenti come il Lierza sono gli osservati speciali. «Saranno interventi veloci, da fare subito» spiega Mirco Lorenzon, assessore provinciale alla Protezione Civile. Ha parlato con il responsabile del Genio, che gli ha riferito di tempi rapidi per i primi cantieri: si parte in una quindicina di giorni, poi i lavori dureranno qualche mese: «Un progetto ambizioso, non a caso l’importo messo a disposizione da Venezia, tre milioni di euro, è significativo». Non solo Lierza, ma anche Cervano e Soligo subiranno lo stesso trattamento: pulizia del letto da arbusti e residui dell’attività agricola, rinforzo degli argini erosi con pietre e materiale di riporto.
Gli altri paesi. Il Molinetto è situato al confine tra Refrontolo e Cison, ma è a due passi anche da Pieve e Tarzo, a loro volta colpiti dall’alluvione. Oltre ai 259 mila euro per Refrontolo, ce ne sono 450 mila per Tarzo, 258 per mila Cison, 31.773 per Pieve (in base all’entità dei danni subiti da ogni singolo paese). Soldi sottoposti a Patto di stabilità, e quindi da spendere entro il 15 dicembre, e solo per le emergenze: «Per esempio posso stabilizzare una frana sulla strada», spiega la sindaca di Cison, Cristina Pin, «ma non posso contemporaneamente asfaltare la stessa strada, perché non è opera urgente. A volte la burocrazia è peggio della politica». Il suo collega di Tarzo, Gianangelo Bof, si è detto addirittura infuriato: «La politica è venuta qui in gita, ora servono aiuti concreti».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso