Derivati Scottà troppo esosi il Comune fa causa a Intesa
Fallita la mediazione, la giunta chiede la nullità dei contratti stipulati dalle giunte leghiste Il conto è impressionante: l’operazione rischia di costare un salasso di quattro milioni di euro

Vatrella Vittorio Veneto manifestazione per il 25 aprile sindaco Da Re
VITTORIO VENETO. Il Comune di Vittorio Veneto contro la più grande banca italiana, Intesa Sanpaolo. L’istituto, infatti, non ha accettato la proposta di rinegoziazione dei derivati, per cui i contribuenti vittoriesi si troveranno a pagare oltre 10 milioni di euro entro il 2024, contro i 6 ricevuti prima del 2016. 650mila euro già quest’anno, 850mila il prossimo, oltre 1 milione dal 2019. Ecco perché la giunta municipale, guidata dal sindaco Roberto Tonon, ha deliberato di promuovere un'azione giudiziale nei confronti di Banca Intesa Sanpaolo per chiedere "la nullità, la annullabilità e la risolubilità delle operazioni in derivati, stipulati dal Comune negli anni 2005 e 2006", all’epoca della prima giunta Scottà. Manovre che portano la firma dell’allora giunta leghista e che sono state al centro di vivacissime contestazioni da parte dell’allora maggioranza PD. Le due operazioni secondo l'amministrazione comunale violano le norme imperative attuative dei principi fondamentali per la tutela del risparmio e per il coordinamento della finanza pubblica. Pertanto la giunta nel promuovere l'azione giudiziale chiede di "accertare la responsabilità contrattuale, pre-contrattuale ed extra-contrattuale dell'Istituto – come si legge in una nota diffusa ieri - tanto in qualità di controparte dei contratti quanto come soggetto che svolge la funzione di advisor". L'incarico di assistenza legale nel procedimento di mediazione davanti alla Camera Arbitrale di Venezia è stato conferito agli avvocati Matteo Acciari, Federico Gambini e Luca Zamagni. In caso di mancato accordo, gli stessi legali saranno incaricati per la causa civile. Il primo contratto, stipulato il 29 dicembre 2005 (giunta Scottà) e in scadenza il 31 dicembre 2024, ammonta a 12.337.893,83 euro. Il secondo, sottoscritto il 21 dicembre 2006 e in scadenza il 31 dicembre 2026, ammonta a 2.819.300,00 euro.
Nel 2016 l'amministrazione comunale aveva deliberato di sottoporre i derivati ad una verifica della loro conformità alla normativa di riferimento per valutare eventuali criticità e possibili elementi di illegittimità tali da indurre a ritenere che il Comune di Vittorio Veneto sia stato svantaggiato dalla controparte bancaria attraverso l'applicazione di costi impliciti e occulti.
«Le analisi tecniche, finanziarie e giuridiche dei contratti stipulati – spiega il sindaco Tono - hanno fatto emergere delle criticità sia per presunte violazioni delle norme imperative attuative dei principi fondamentali per la tutela del risparmio e per il coordinamento della finanza pubblica, sia sulle possibili responsabilità di Intesa Sanpaolo». «Ogni successivo tentativo di incontro con i rappresentanti dell'Istituto per individuare una soluzione bonaria non è andato a buon fine» spiega Giovanni Napol, assessore alla Programmazione economica, al Bilancio e ai Tributi.
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