Danni sessuali dopo la cura class action da 10 milioni

Venti trevigiani denunciano effetti collaterali dal farmaco contro la calvizie Richiesta risarcimento danni da 500.000 euro a testa alla casa farmaceutica
TREVISO 10/12/2006 PALAZZO DI GIUSTIZIA - tribunale treviso
TREVISO 10/12/2006 PALAZZO DI GIUSTIZIA - tribunale treviso

Dalla Marca è partita una richiesta risarcimento danni da dieci milioni di euro in relazione al “caso Finasteride”. A ricevere la diffida da parte dello studio TLC Lawyers - Stdudio Legale Calvetti, che rappresenta venti trevigiani, è stata la multinazionale farmaceutica “Merck Sharp & Dhome” che commercializza un farmaco approvato e utilizzato per la cura della calvizie maschile più classica (alopecia androgenetica) ma che secondo i ricorrenti provoca anche “disfunzione erettile e impotenza, depressione e ideazioni suicidarie, debilitazioni di interi sistemi organici nonostante la cessazione da lunga data dell’assunzione del farmaco”.

il farmaco

Nel 2003 iniziano a nascere i primi forum di giovani uomini che si chiedono se anche ad altri sta succedendo lo stesso: dopo aver assunto il farmaco che dovrebbe contrastare la caduta dei capelli, ecco spuntare capelli nuovi e, allo stesso tempo, gravi disagi, tra i quali la difficoltà nel raggiungimento e mantenimento dell’erezione e la notevole riduzione della sensibilità del pene. Se la condizione sia transitoria o permanente ancora non è chiaro. Questo, comunque, è il nocciolo del problema. Ora lo Studio Legale Calvetti, avvalendosi della collaborazione di alcuni specialisti nel settore medico, ha assistito 20 soggetti di sesso maschile che, con diverse tempistiche, hanno assunto il farmaco denunciato. L’azienda ha comunque sempre smentito l’esistenza di una correlazione tra l’uso del farmaco e i disturbi.

gli esami

Gli individui, di età ricompresa tra i 20 e i 50 anni, sono stati esaminati da specialisti, i quali hanno, per ciascun paziente, formulato un quadro clinico dal contenuto a dir poco allarmante. Infatti, spiegano dallo studio legale, «tutti i soggetti analizzati presentano delle invalidità di carattere permanente, sia dal punto di vista fisico che mentale: effetti ginecomastici, manifestazioni depressive e, forse più grave, impotenza perenne. Ciò dimostra, ancora una volta, la pericolosità di un farmaco che, nonostante i comprovati danni psicofisici già causati, è, oggi, disponibile sul mercato senza le opportune indicazioni in ordine ai devastanti effetti derivanti dalla sua assunzione». E nelle scorse settimane è stata inviata alla casa madre una diffida alla casa farmaceutica invitandola a pagare 500.000 euro a ciascun paziente per danni biologico, psicologico e alla vita di relazione. In tutto circa 10 milioni di euro solo per quanto riguarda la Marca. Ma il sospetto è che questi venti trevigiani siano solamente la punta dell’iceberg e che la vicenda sia molto più diffusa di quanto si possa pensare».

l’appello

«Stiamo avviando questa azione di classe anche per esortare a farsi avanti chi ha questa problematica e in passato ha assunto questo farmaco», spiega l’avvocato Sergio Calvetti, «chi non si fa avanti per vergogna di rendere pubbliche le sue problematiche deve sapere che sarà garantito dalla più assoluta privacy». La battaglia legale sta muovendo ora i suoi primi passi, ma c’è da aspettarsi che ci saranno sorprese dato che difficilmente la multinazionale farmaceutica aprirà il portafogli senza dare battaglia legale.

Giorgio Barbieri

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