Dal carcere al campo di calcio: il Sant’Elena di Silea “adotta” un detenuto

Solidarietà ed integrazione: il ragazzo già lavora come magazziniere e giardiniere, ora coronerà il suo sogno e verrà tesserato per la squadra 

SILEA. Solidarietà ed integrazione attraverso il l calcio. Il Comune di Silea in collaborazione con la locale società Sant'Elena presieduta da Graziano Scomparin, con la supervisione della Figc Veneto, ha sposato la causa del carcere minorile di Treviso con l'obiettivo di favorire il recupero di un giovane detenuto, grande appassionato di calcio. Il ragazzo, che dal luglio scorso presta servizio durante i suoi permessi premio nel Sant'Elena come aspirante magazziniere, oltre che giardiniere all'occorrenza, da qualche settimana è stato anche tesserato come calciatore.

«Aspettiamo l'ok del giudice, poi potrà iniziare ad allenarsi insieme agli altri calciatori della nostra prima squadra», ha annunciato ieri il presidente del Sant'Elena Scomparin che ha partecipato ad un incontro conoscitivo in carcere alla presenza di una nutrita delegazione della quale facevano parte anche il sindaco di Silea Rossella Cendron ed il presidente della Figc Veneto Giuseppe Ruzza.

Un incontro nel quale si sono intrecciate una serie di storie. Su tutte quella del giovane detenuto, che nei suoi frequenti incontri con don Otello, cappellano dell'istituto penale, ha espresso la volontà di conoscere un calciatore della Virtus Verona militante in Serie C, il portiere Sibi Sheikh, gambiano giunto in Italia nel 2015 a bordo di un barcone della speranza ed oggi diventato calciatore professionista.

Il calcio dunque sullo sfondo di una mission, quella dell'istituto penitenziario minorile di Treviso: «I ragazzi che sono qui dentro hanno bisogno di stimoli provenienti dall'esterno per rimettersi in gioco», ha sottolineato la direttrice Carla Sorice, «Noi da soli non siamo in grado di fare miracoli. Il miracolo avviene quando qualcuno, che vive ed opera al di fuori del carcere, si accorge di loro».

Determinante, in questa storia, la figura di don Otello, cappellano che ha messo in contatto i vertici dell'istituto con l'amministrazione comunale di Silea, ieri rappresentata anche dagli assessori Angela Trevisin, Ylenia Canzian e Francesco Biasin.

«Siamo orgogliosi di poter offrire il nostro contributo a questa causa che ha il sapore della speranza», ha sottolineato il primo cittadino, «Noi abbiamo fatto solo da tramite, fidandoci ciecamente di Scomparin a cui, non a caso, abbiamo assegnato il premio Città di Silea 2019 per il grande impegno che offre alla comunità anche fuori dal campo di calcio. Concediamo un contributo economico a tutti i ragazzi che fanno sport o musica. Questo lo ritengo il modo migliore per fare politica. Sul campo, proprio come avviene nel calcio, e non seduti dietro una scrivania».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso