Crisi Stefanel, timori per il futuro di Ponte di Piave
Stamattina, venerdì 14 dicembre, assemblea Cgil con i lavoratori dello stabilimento di Ponte di Piave, dopo che Stefanel ha presentato domanda di ammissione al concordato in bianco

TREVISO. “Dopo un rilancio promesso e non avvenuto, i lavoratori legittimamente chiedono risposte e rassicurazioni relativamente al sito di Ponte di Piave e all’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali”. Questo è emerso dalla partecipata assemblea degli 89 dipendenti della Stefanel dello stabilimento trevigiano, ai quali si aggiungono altri 11 tra l’outlet e il punto vendita di Treviso, che si è svolta questa mattina a seguito della richiesta di concordato in bianco presentata oggi dalla direzione; la seconda nel giro di due anni.
“Sono giovani tra i 25 e i 35 anni assunti nell’ultima decade e over 40 in azienda da 20 anni. Sul loro destino lavorativo cala l’incertezza e il momento è di forte apprensione – racconta Cristina Furlan, segretaria generale Filctem Cgil di Treviso a margine dell’assemblea di questa mattina –. In gioco c’è poi tutto l’indotto del sito trevigiano – continua la Furlan – ovvero i laboratori di maglieria che operano per Stefanel, e che si sono già visti costretti a licenziare a causa del calo delle commesse, ma anche le ditte di logistica, essendo polo per tutta l’Italia e per l’estero”. Complessivamente solo i dipendenti del Gruppo sono 800, 250 dentro i confini nazionali dei quali un centinaio in provincia di Treviso.
“Faremo di tutto per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Ponte di Piave e salvaguardare l’occupazione nel nostro territorio – ribadisce Cristina Furlan –. Ora è il momento che la dirigenza sveli il proprio piano, perché i dipendenti, e le loro famiglie, chiedono rassicurazioni in merito al posto di lavoro. Non di meno – aggiunge la Furlan – vogliamo chiarezza relativamente all’utilizzo che l’azienda intende fare degli ammortizzatori sociali”.
“Per questo stiamo pensando di convocare un’assemblea dei lavoratori chiedendo la presenza diretta della direzione, che si rivolga a loro e alle Rappresentanze sindacali con chiarezza e onestà – conclude Furlan”.
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