Crisi, boom di protesti nella Marca

Allarme lanciato dalla Camera di Commercio: 110 euro per ogni trevigiano
Sopra i grafici relativi ai dati sui protesti nella Marca
Sopra i grafici relativi ai dati sui protesti nella Marca
 Sono sempre di più trevigiani i con le tasche bucate. Nel 2009 i protesti registrati in provincia sono schizzati a 47 milioni di euro - oltre un quarto del totale Veneto - che vuol dire 110 euro per ciascun cittadino adulto della Marca secondo i dati della Camera di Commercio di Treviso. «Un picco coinciso con l'esplosione della cassa integrazione straordinaria - spiega Federico Callegari, funzionario dell'ufficio studi dell'ente - si è assottigliato infatti il reddito dei trevigiani ed è caduta la propensione al risparmio». Nel 2010 il livello dei pagamenti allo scoperto si è abbassato di 10 milioni di euro, rimanendo però distante dal dato 2007, quando i protesti ammontavano a 22,7 milioni di euro. E mentre gli assegni rimangono sui livelli del passato, schizza il numero di cambiali. Le tensioni in materia di pagamenti non riguardano solo le imprese, impegnate da mesi in uno scontro aperto con le banche. I protesti, infatti, hanno a che fare principalmente con assegni e cambiali che non vengono onorati da chi li ha emessi, sempre più spesso semplici cittadini alle prese con bassi salari e un numero eccessivo di spese. Oltre al risultato immediato - il mancato pagamento - c'è la pesante iscrizione in un apposito registro che pone fuori dal circuito del credito tutti i protestati. Un'aggravante per i 10.819 trevigiani segnalati nell'apposito archivio informatico nel 2009 (erano 4.802 del 2007), con importi più che raddoppiati. La dinamica occorsa negli ultimi 4 anni vede quindi chiari aumenti degli importi medi dei titoli protestati, che sono passati da 8.020 nel 2007 a 9.142 euro nel 2009, tornando sull'altalena l'anno passato, arrivati poi al massimo segnato nel dicembre 2010 con un picco di 11.485 euro, che torna a gonfiare la bolla del debito. «Siamo ancora in un momento di chiara difficoltà - ha spiegato mercoledì sera Callegari durante la conferenza sugli scenari del Nordest organizzata dalla scuola di socio-politica sostenuta dalle sigle del mondo economico e sindacale trevigiano - Il commercio è da sette trimestri che segna variazioni negative, le possibilità di tornare ai livelli di crescita precedenti alla crisi sono ancora remote e i macchinari delle imprese sono ancora ampiamente sotto utilizzati. Visto questi indicatori, è necessario tenere d'occhio le prossime evoluzioni del nostro territorio, dove tra gennaio e marzo scadrà il 50% della cassa integrazione straordinaria, mentre abbiamo perso 500 tra imprese manifatturiere e di costruzioni. Siamo quindi entrati nell'era della selettività, dove è possibile tornare a crescere solo se ci si specializza creando nuove opportunità e posti di lavoro. La perdita di reddito è al momento sostanziale».  

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