Cresce la periferia 90 appartamenti per il nuovo lusso a Treviso

TREVISO. Mentre dentro mura a farla da padrone è il lusso, fuori, nella primissima periferia stanno nascendo residence e complessi destinati alla Treviso-bene, quella che può permettersi case da 300 a 600 mila euro e più, non vuole le abbinate, chiede spazi, verde, sicurezza, terrazze e attici. Crescono soprattutto abbattendo e ricostruendo spazi in abbandono o vecchi edifici «rispondendo ad una richiesta che è forte e caratterizza la nuova tendenza del mercato, una tendenza che mette fuorigioco quanto costruito in passato, quando la corsa al mattone ha creato tanti volumi che oggi non sono più adatti a rispondere alle richieste di chi vuole comprare e spendere».
L’analisi, netta quanto impietosa, è di Andrea Grosso, titolare dell’omonima agenzia immobiliare, quelle che sta seguendo molte delle principali operazioni in città (una su tutte la riqualificazione dell’ex Zanotti). «Oggi si chiedono spazi aperti, viste, respiro. Pochissimo vogliono le ville o gli appartamenti senza sfoghi, pochi la campagna isolata, per non parlare dell’antico, dei palazzi signorili, tanto belli quanto anti-economici» spiega Grosso.
La Treviso-bene, non potendo competere con i super ricchi che stanno acquistando i nuovi ambienti realizzati in città a prezzi milionari, ha così spinto le imprese a nuove edificazioni sul vecchio. E il mercato, dopo anni di stallo, è ripartito approfittando di piani casa e tanti ambiti da riqualificare i città.
Ottanta circa gli appartamenti di classe alta che verranno realizzati in città di qui a poco. Tra le operazioni più importanti quella che si sta chiudendo a Fiera, con il “boschetto verticale” firmato Cazzaro costruzioni (tre “torri” per oltre 60 appartamenti in tutto, prezzo base 380 mila, e si arriva a 600), ma sta per partire – dopo dieci anni di attesa – anche il cantiere che trasformerà l’ex bocciofila di via Zermanese nel “condominio Olimpia”, 11 unità da oltre 140 metri quadrati ciascuna e prezzo tra 280 e 400 mila euro. E poi ci sono via Piave e vicolo Piave , dove è già pubblicizzata la nascita, rispettivamente, di 15 e 7 appartamenti di pregio. Basta vedere i disegni proposti... C’è lo zampino di Grosso, e non solo. Le firme sui progetti? Pandolfo-Possamai come per l’ex Zanotti, Peruzzo, e altri. E crescono stabili in viale Europa e Selvana, vicino alle piscine.
«Se c’è mercato? Si fatica a star dietro alle richieste» segue Andrea Grosso, «anche perchè le imprese che oggi si impegnano in queste operazioni l’hanno sfidato la crisi e superandola grazie ad una storia e una cultura edile ben salda, quindi propongono abitazioni di standard molto alti». Quello che resta indietro, dentro e fuori mura, sono le abitazioni che fino a dieci, vent’anni fa rappresentavano lo status dei benestanti: le ville. «Oggi quelle in vendita son tantissime, anche in città giardino» sottolinea l’agente, «solo che i prezzi richiesti non sono più in linea con un mercato che alle stesse cifre propone immobili nuovi, moderni, spaziosi.. alti».
Riqualificare? «Non è sempre facile». Si rischia restino in abbandono, cimeli ingombranti di un passato che la modernità ha scavalcato con una rapidità tale da far considerare vecchie – concettualmente – anche abitazioni fatte dieci anni fa. «Però qualcosa si può fare sia per questi ambiti che per i grandi contenitori ancora vuoti della città» dice Grosso, «sfruttare il momento positivo attuale, trovare accordi coi privati, o strategie col pubblico per riqualificare pensando al loro nuovo inserimento nel contesto urbano. Pensate all’ex Simonetti e all’ex Enel a Carlo Alberto. Insieme i due progetti possono cambiare il volto di un pezzo di città ».
Federico de Wolanski
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