Coro vietato, Genty a Gardin: vediamoci

Canti alpini in Duomo, lo Sceriffo rilancia. Il parroco don Giorgio: «E’ stato un equivoco, il vescovo non c’entra nulla»
TREVISO 20/09/2003 CORO ALPINI coro alpini
TREVISO 20/09/2003 CORO ALPINI coro alpini

di Enrico Lorenzo Tidona

Cori alpini proibiti in chiesa, torna il botta e riposta tra vescovado e penne nere. Il mancato canto del «Signore delle Cime» durante la messa di domenica in Duomo aveva scatenato la collera di Gentilini, a capo delle celebrazioni per i 90 anni della sezione delle penne nere trevigiane.

«Non è certo colpa del vescovo, mi prendo la responsabilità di quanto accaduto – è la dichiarazione di monsignor Giorgio Marcuzzo – sono io il parroco del Duomo e colui che ha organizzato la cerimonia. E' vero, tra le canzoni fatte cantare domenica in chiesa al coro degli alpini di Oderzo c'erano solo inni sacri e non c'era Signore delle Cime, ma non perché l'abbiamo di fatto negata. Abbiamo solo detto che doveva essere lasciata in coda alla messa, così come non abbiamo mai negato l'attenti. Durante la messa si cantano solo gli inni sacri. Solo che poi, come si può vedere dalla scaletta dei pezzi comunicataci dagli alpini, è stata tolta».

Un caso che ha fatto uscire fumo dal naso di Gentilini, partito all'attacco del vescovo Gardin. Spinto dalla riprovazione di diverse penne nere, il vicesindaco Giancarlo Gentilini aveva deciso di non celebrare più messe alpine in Duomo, salvo fare ieri marcia indietro: «Quando si toccano gli alpini è come compiere un sacrilegio – è tornato a sibilare ieri l'esponente della Lega, cercando poi una pronta riconciliazione con il vescovo francescano – Ma io sono un vicesindaco buono e quindi perdono tutti quanti perché non sanno quel che fanno e sono forse un po' lontani dalla realtà trevigiana. Gli alpini non sono dei nostalgici o dei militaristi. La prossima volta mi troverò assieme al vescovo e ci andremo a bere un prosecco in mezzo al mio popolo, che è anche il suo. Avrei preferito che si fosse messo al mio fianco dopo la cerimonia: sindaco e vescovo devo essere un tutt'uno. Comunque la prossima volta dirò ai miei alpini che torneremo nel Duomo». Oltre al mancato canto dell'aria più amata dalle penne nere, a rendere più tesa la situazione era stato anche la mancata stretta di mano tra il vescovo e i primi banchi della chiesa, stipata di autorità, reduci ed ex reclute. «Una polemica strana e priva di qualsiasi fondamento – ha controbattuto tramite una nota ieri la diocesi – Il coro Ana di Oderzo si è esibito in maniera esemplare, interpretando i canti che il direttore Mocerino aveva scelto dandone preventivamente comunicazione al parroco del Duomo, che li ha approvati. Il vescovo non è entrato in nessun modo nella scelta e approvazione dei canti».

« Spero che la prossima volta non ci siano altri equivoci – è il commento del presidente Ana di Treviso Luigi Casagrande – per quanto ci riguarda possiamo tornare al Duomo».

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