“Core zone” del Prosecco Fuori le colline del Vittoriese

VITTORIO VENETO. Fuori dalla “core zone” del Patrimonio dell’Umanità anche una parte consistente delle colline di Vittorio Veneto. Pure quelle coltivate a Prosecco, come nelle frazioni di Carpesica e Formeniga. Non hanno le caratteristiche di unicità che presentano, invece, i vigneti di Confin e alcuni delle colline di Cozzuolo. La nuova perimetrazione, che è allo studio della competente Commissione regionale, sarà presto illustrata in Consiglio comunale di Vittorio Veneto. «No, problemi non ce ne saranno», anticipa, rassicurante, l’assessore alle attività produttive, Giovanni Napol, che esclude eccezioni come quelle mosse dal vicino Comune di Tarzo. «Certo, avremmo avuto il piacere che tutto il nostro tessuto collinare fosse stato promosso nella fascia superprotetta dall’Unesco – afferma -. Se qualcosa rimarrà escluso, vorrà dire che finirà nella seconda fascia, la cosiddetta “buffer zone” che, in ogni caso, godrà di una sua tutela». Resta il fatto che il “Disciplinare tecnico per la conservazione dei caratteri di integrità e autenticità del paesaggio”, approvato dalla Regione, e che verrà presentato il 7 dicembre, prevederà anche per la zona collinare di Vittorio Veneto, «la mitigazione dell’impatto visivo» di silos e vasi vinari, che dovranno essere «mimetizzati» con il verde del paesaggio. Ci sarà pure lo stop al cemento e – ecco il punto, più discusso in zona – ci sarà pure il divieto di «spianamenti, alterazioni dei profili collinari, riporti realizzati con terreni di provenienza esterna alle aree interessate, conduzione a coltura di terreni in aree golenali, nei fondovalle prativi e nelle aree soggette a naturale sommersione, eliminazione del bosco di antica origine, eliminazione dei prati stabili e dei prati arborati». Nel recente passato vi sono stati sulle nostre colline – ricorda l’ex consigliere comunale Alessandro De Bastiani – degli spianamenti molto discutibili, che hanno cambiato letteralmente il paesaggio. L’assessore Napol assicura che d’ora il avanti il rispetto del regolamento sarà severissimo. Per i restauri, ad esempio, si dovranno usare materiali legati alla tradizione. Scende in campo, intanto, il Pd regionale per evidenziare i nodi della prima progettazione. «La candidatura Unesco delle Colline del Prosecco era costruita male, con un costo esorbitante e ingiustificato. E infatti, a cinque mesi dalla bocciatura - così Graziano Azzalin, consigliere del Pd, commenta la corsa contro il tempo per la ripresentazione della candidatura entro marzo, in vista del parere dell'assemblea Unesco in programma a Baku, in Azerbaigian, a giugno -, il nuovo dossier ancora da chiudere, tanto da ipotizzare un rinvio al 2020 del secondo tentativo, perch non c' accordo tra i sindaci. I fatti hanno la testa dura, più della propaganda». Solo venerdì prossimo arriveranno le nuove prescrizioni. «Non potevano pensarci prima, visti i numerosi, e non certo economici, studi pagati con risorse pubbliche durati ben dieci anni? Avevamo ragione - aggiunge Azzalin - a dire che la pratica era lacunosa e che, al di l della sicurezza e della spavalderia di Zaia, si stava vendendo fumo. Infatti il governatore si guarda bene dal presentarsi in Bahrein, mandando l'assessore Corazzari a incassare il rifiuto. Eppure si continua sulla stessa strada, a fine ottobre sono stati stanziati altri 180 mila euro per uno studio suppletivo, nonostante ci siano amministrazioni locali che non sono affatto convinte, preoccupate per i vincoli troppo stringenti, imposti senza una discussione. Anzichè calare costosissime candidature dall'alto, a riprova del centralismo veneziano, la Regione si confronti con i territori». —
Francesco Dal Mas
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